
Cos’è il pemfigo foliaceo nel cane? Il pemfigo foliaceo è la malattia autoimmune cutanea più frequente del cane ed è caratterizzato dalla produzione di autoanticorpi diretti contro antigeni localizzati nei desmosomi che sono le strutture che ancorano e connettono le cellule epiteliali.In particolare nel cane l’antigene bersaglio degli autoanticorpi sono due proteine presenti nei desmosomi principalmente la desmocollina 1 e in minor misura la desmogleina 1. L’azione degli autoanticorpi induce la perdita di coesione e il distacco tra le cellule dell’epidermide (processo che prende il nome di acantolisi) per cui si formano delle pustole contenenti granulociti neutrofili e cellule epiteliali distaccatesi singolarmente o in piccoli gruppi libere all’interno della pustola che prendono il nome di cheratinociti acantolitici. Esiste una predisposizione di razza di sesso e di età? Non vi è alcuna predilezione di sesso nel pemfigo foliaceo del cane mentre sembrano predisposte le razze Akita inu, Chow Chow, Dobermann, Terranova, Collie, Bassotto, Shar-pei e Pastore Australiano. Il pemfigo foliaceo può essere osservato in cani di qualunque età anche se mediamente si manifesti in cani adulti con età media di sei anni. Come si manifesta il pemfigo foliaceo nel cane? La lesione primaria è la pustola, in genere più grande di quella che si osserva nella piodermite in quanto ingloba più unità follicolari, che evolve rapidamente in erosione ricoperta da croste giallastre. A volte le croste assumono una disposizione circolare formando ampi collaretti epidermici (Fig. 1). Fig.1 - Ampio collaretto epidermico circondato da un alone eritematoso e da croste giallastre in un cane con pemfigo foliaceo. Le lesioni si sviluppano frequentemente sulla testa in particolare sul dorso del naso, nelle aree perioculari e sulla faccia interna dei padiglioni auricolari (Fig.2, 3 e 4). Fig.2 - Croste giallastre ed erosioni sulla canna nasale di un cane con pemfigo foliaceo.Fig.3 - Ampie croste perioculari in un cane con pemfigo foliaceo.Fig.4 - Lesioni crostose sulla faccia interna del padiglione auricolare di un cane con pemfigo foliaceo. Altre localizzazioni frequenti sono i cuscinetti plantari, con ipercheratosi e lo scroto (Fig.5). Il tartufo è spesso interessato da depigmentazione accompagnata da erosioni e ulcerazioni (Fig.6). Fig.5 - Ipercheratosi sui cuscinetti di un cane con pemfigo foliaceoFig.6 - Depigmentazione infiammatoria ed erosioni sul tartufo di un cane con pemfigo foliaceo.Notare la contemporanea presenza di lesioni crostose localizzate sul dorso del tartufo Nei casi in cui siano coinvolti i follicoli si osserva alopecia mentre il prurito è variabile (Fig. iin copertina).In alcuni casi si riscontrano segni sistemici quali letargia, anoressia, ipertermia e linfoadenomegalia generalizzata. Come si fa la diagnosi di pemfigo foliaceo? L’esame citologico, eseguito per apposizione da una pustola integra o al di sotto di una crosta, è fortemente suggestivo.Il quadro citologico è caratterizzato da numerosi granulociti neutrofili non degenerati e cheratinociti acantolitici che si presentano come cellule tondeggianti con nucleo centrale e citoplasma intensamente basofilo spesso circondati da neutrofili (Fig.8). Possono essere osservati anche granulociti eosinofili. La diagnosi deve essere confermata dall’esame istopatologico. Fig.8 - Esame citologico: cellule acantolitiche a citoplasma rotondeggiante e nucleo centrale disperse tra numerosi granulociti neutrofili. Come si tratta il pemfigo foliaceo? Il pemfigo foliaceo è considerato una malattia cronica per cui l’obiettivo della terapia è rappresentato dal controllo della malattia ovvero dalla risoluzione della maggior parte delle lesioni presenti in assenza di nuove lesioni. La terapia d’elezione deve essere impostata del Medico Veterinario e si basa sull’utilizzo di glucocorticoidi che consentono una rapida remissione dei segni clinici.In associazione si possono utilizzare farmaci immunosoppressivi non steroidei come l’azatioprina, la ciclosporina o i clorambucile, i cosiddetti “risparmiatori di glucocorticoidi”, che consentono di ridurre il dosaggio dei glucocorticodi con lo scopo di aiutare nel mantenimento della remissione. Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore “Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”Dr. Federico LeoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Leishmania infantum è un parassita dei flebotomi (pappataci) all’interno dei quali avviene la riproduzione sessuata. I flebotomi sono ditteri ematofagi volanti prettamente stagionali. In Italia si ritiene che siano attivi da fine aprile ad inizio dicembre nelle regioni più calde. Non sono in grado infatti di sopravvivere al freddo se non come uova e talvolta stadi larvali. Questo implica la necessità per il parassita di trovare un ospite ideale da infettare per sopravvivere durante la stagione invernale ed infettare le nuove generazioni di flebotomi che si schiudono in primavera. Il cane che sostanzialmente agisce come “capsula del tempo” può, in seguito, andare incontro a malattia, anche grave, come conseguenza di una risposta alterate (eccessiva ed inefficace). Oltre alle zone considerate classicamente endemiche (Italia centro meridionale, regioni litoranee ed Appenniniche) L. infantum è stata segnalata ripetutamente anche in aree ritenuti indenni in passato (Pianura Padana) e ad oggi si può affermare che tutta l’Italia è potenzialmente a rischio per questo parassita. È importante quindi sapere come proteggere i nostri cani, sia che vivano in un’area a rischio, sia che la frequentino durante il periodo che va da dine aprile ad inizio dicembre Come ogni tipo di Prevenzione possiamo considerare 3 tipi di Prevenzione: Primaria che consiste nell’evitare il contagio con il patogeno (in questo caso i pappataci che lo tramettono (anche se c sono altre modalità di trasmissione come materno fetale, veneree e tramite trasfusioni di sangue) Secondaria che consiste nel proteggere nel momento in cui avviene il contatto con il Patogeno Terziaria che consiste nel proteggere la popolazione che vive nelle vicinanze del cane Le specie di Flebotomi responsabili della trasmissione in Italia sono P. perniciosus (il più frequente) P. perfiliewi, P. neglectus e P. ariasi. Si tratta di specie che sono attive solo di notte, dal crepuscolo all’alba con un picco di attività tre le ore 23 di sera e le 2 del mattino, ma che sono esofile ed esofagiche. Non entrano quindi nelle nostre abitazioni e se vi entrano non effettuano il pasto di sangue! Tenere il cane in casa nella stagione a rischio e durante il periodo di attività dei pappataci è sicuramente il metodo di prevenzione primaria più sicure ed efficace. Poiché spesso ciò non è possibile, specie nelle prime ora della sera la seconda misura che deve esser utilizzata si basa sull’uso di sostanze eccito-repellenti come i piretroidi sintetici che non impediscono ai pappataci di posarsi sul mantello dei nostri cani, ma che ne inibiscono la possibilità di pungere nella nella stragrande maggior parte dei casi. Questi farmaci sono reperibili in diverse formulazioni (dai collari agli spot on) che presentano vantaggi e svantaggi in relazione alla taglia e abitudine del cane. È importante quindi che siano indicati per ogni singolo soggetto dal medico veterinario. Altre sostanze sono utilizzate come repellenti propriamente detti (impediscono cioè di avvicinarsi al cane) ma per le caratteristiche di pelo e mantello nel cane hanno una azione molto breve come l’azadiractina (Olio essenziale di Neem 2-5% in olio di cocco o mandorle) o nulla (Citronella). Possono quindi affiancare i piretroidi sintetici ma non certo sostituirli. La prevenzione secondaria non sostituisce quella primaria e consiste nell’utilizzazione di un vaccino contente una proteina ricombinante che non è in grado di prevenire l’infezione ma riduce sensibilmente la possibilità che un cane una volta infettato sviluppi una forma clinica della malattia. La prevenzione primaria è importante anche nei i cani che si sa siano già stati infettati perché è dimostrato che punture ripetute di flebotomi infetti destabilizzano il sistema immunitario ed aumentano la probabilità che il cane nel tempo sviluppi quadri clinici. Il vaccino invece deve essere somministrato solo a cani che siano risultati negativi ai test di screening. Per i cani infetti (che attirano più facilmente i pappataci) è importante anche mettere in atto una forma di prevenzione terziaria per proteggere i cani conviventi assieme al nucleo famigliare. La classe di farmaci più utile in questo senso sono le isoxazoline, una classe di antiparassitari ad azione sistemica che uccidono rapidamente tutti gli ecto-parassiti ematofagi (pulci, zecche, flebotomi) impedendo quindi ai flebotomi che abbiano superato la barriera della prevenzione primaria di infettarsi e contagiare soggetti vicini qualora abbiano punto il cane. Anche in questo caso il Medico veterinario è la persona più indicata per scegliere, in base alle diverse caratteristiche di ogni soggetto, la molecola e le modalità di somministrazione più adatte. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Con il termine di “Nigrum” o sequestro corneale si intende una malattia che colpisce l'occhio in cui una parte più o meno estesa della cornea va incontro a degenerazione e necrosi, ovvero “morte cellulare”. Tipicamente colpisce il gatto e clinicamente si manifesta come un’area opaca di colore scuro (ocra, marrone o decisamente nera) a volte circondata da un alone grigiastro di edema e accompagnata da vasi neoformati. Il gatto normalmente si presenta infastidito, a volte abbattuto, tende a grattarsi e a socchiudere l’occhio che apparirà più arrossato e con un aumento delle secrezioni. Di solito la malattia è unilaterale, ma non è infrequente che si presenti anche dall’altra parte, simultaneamente o a distanza di tempo, in particolare nei soggetti più giovani. Generalmente il sequestro corneale colpisce gatti di media età, di entrambi i sessi e soprattutto di razza brachicefalica (Persiani ed Esotici), ma possono essere affetti anche gatti domestici o di altre razze. Fra i fattori predisponenti ricordiamo le condizioni che tendono ad irritare la superficie oculare come l’esposizione anatomica del bulbo oculare (esoftalmo), il mal posizionamento delle palpebre (entropion), le infezioni croniche associate a ulcere corneali (es. per herpes virus felino), ma anche i traumi e i deficit qualitativi e quantitativi del film lacrimale. La prognosi migliore si raggiunge di solito con il trattamento chirurgico: solo asportando la componente alterata della cornea si controlleranno meglio i segni clinici e le recidive, facilitando la guarigione e prevenendo le possibili complicanze oculari (a volte anche gravi), che possono causare anche la perdita della vista nell’occhio malato. A seconda della profondità e dell’estensione della lesione, il chirurgo opterà per la migliore tecnica chirurgica, da eseguirsi rigorosamente con l’ausilio di un mezzo di ingrandimento (microscopio operatorio); tra le diverse procedure ricordiamo la cheratectomia superficiale associata al flap temporaneo della terza palpebra, la cheratectomia profonda supportata da un lembo congiuntivale e/o un innesto di materiale biocompatibile, la membrana amniotica o il trapianto di cornea. Se si interviene in maniera tempestiva e l’operazione viene fatta da personale esperto, la ripresa funzionale è buona ed il tasso di recidiva basso (circa il 10%), anche se in alcune razze può essere più elevato (es. nel Devon Rex). Se si decide di non intervenire chirurgicamente, è possibile instaurare una terapia medica a base di antibiotici e antivirali, in attesa che il nigrum “si sollevi e venga espulso spontaneamente”, evenienza possibile, ma comunque rara.Questo atteggiamento prudenziale o di attesa non è di solito consigliato dai veterinari specialisti perché spesso la patologia tende comunque a ripresentarsi, o peggio, ad aggravarsi fino alla possibile perforazione oculare, complicanza che può esitare in glaucoma o distacco di retina con perdita definitiva della visione o, più raramente, in endoftalmite, con necessità di rimuovere il globo oculare stesso (enucleazione). “DVM, Dottore di Ricerca in Oftalmologia Veterinaria Specialista in Clinica e Malattie dei Piccoli Animali (Oftalmologia)”Dr. Domenico MultariAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L’arrivo di un cucciolo in casa è un momento di grande gioia, ma anche l’inizio di una avventura che comporta qualche nuovo impegno. Tra le prime sfide che ogni proprietario deve affrontare c’è l’organizzazione dei ritmi in funzione delle necessità e dei bisogni del cucciolo. Ci si preoccupa subito di insegnare al cucciolo a non sporcare in casa; questo è fondamentale per vivere serenamente insieme e garantire il benessere dell’animale, tuttavia non va dimenticato che a due mesi ancora non sarà possibile e dovremo aspettare qualche tempo per raggiungere l’obiettivo. In questo articolo vedremo come affrontare questo percorso con pazienza, coerenza e qualche semplice strategia. Perché è importante essere pazienti e coerenti ? Prima dei 60 giorni di vita, per legge e per buonsenso, un cucciolo non dovrebbe essere separato dalla mamma, perciò solitamente al momento dell’adozione questo ha circa due mesi di età. Al suo arrivo in famiglia il piccolo avrà tante nuove cose da scoprire e imparare, tra queste anche la buona abitudine a fare i suoi bisogni all’aperto e trattenerli quando è in casa. Tuttavia va considerato che i cuccioli, come i bambini, non nascono con la capacità di controllare la vescica o l’intestino: è un processo che si impara gradualmente, man mano che il corpo acquisisce la possibilità di trattenere gli sfinteri. In sostanza, a due mesi il piccolo sente lo stimolo, si accuccia e dove si trova la fa, il tutto nell’arco di poche decine di secondi. Inutile sgridarlo, punirlo, arrabbiarsi, è una necessità sulla quale ancora non può avere alcun controllo. Possiamo però cominciare presto l’educazione alla pulizia, così da prevenire abitudini sbagliate e ridurre lo stress sia per il cane che per il proprietario. L’ideale è iniziare fin dal primo giorno in cui il cucciolo arriva a casa. A due mesi di età i cuccioli i hanno bisogno di fare i loro bisogni ogni 2-3 ore al massimo, solitamente appena si svegliano dai loro frequenti pisolini, poco dopo aver mangiato o dopo una sessione di gioco movimentato, che mette in moto anche vescica e intestino. Se si dispone di un giardino, sarà tutto più semplice perché basterà prevenire e accompagnare il piccolo fuori nei momenti cruciali.Ma se si vive in appartamento, difficilmente sarà possibile uscire con la frequenza necessaria, ancor più se fuori dalla abitazione non ci sono spazi adeguati a far sentire a proprio agio il cucciolo affinché si rilassi e faccia i suoi bisogni. In questi casi, così come per le ore notturne di chi dispone di un giardino, è importante cominciare a insegnare loro dove è corretto sporcare mentre si è impossibilitati ad uscire. Per molto tempo si è demonizzato l’uso delle traversine assorbenti, ma come in qualsiasi cosa, la soluzione sta nel buonsenso.Quando nei momenti topici non è possibile uscire, magari perché è notte o sta diluviando o c’è un impedimento, possiamo mettere a disposizione la traversina. Dovrà avere una collocazione fissa, meglio ancora se nei pressi dell’uscita e quando il cucciolo va ad annusarla o per usarla, essere molto gratificanti, facendogli i complimenti e una coccola. Nelle ore diurne dovrà essere sostituita con le uscite, questo è altrettanto fondamentale. Quindi, oltre ad attivarci per portarlo a fare i bisogni dopo che ha mangiato o giocato o al risveglio, sarà utile tenerlo d’occhio e portarlo fuori anche quando va in zona traversina - che di giorno non sarà presente - per assecondare la sua necessità fisiologica con l’uscita. Dare un nome a ciò che faremo, anche questo aiuta. “Andiamo a fare pipì” sarà una comunicazione utile appena il cucciolo avrà acquisito il controllo degli sfinteri perché, oltre ad imparare a chiederci di uscire - andando verso l’uscita - imparerà anche a concentrarsi per trattenerla mentre ci prepariamo per accompagnarlo fuori. L’educazione deve essere costante e paziente, senza punizioni, perché i rimproveri spesso sono inadeguati e controproducenti. Il rischio è che si crei paura o confusione e che magari il cucciolo cominci a fare i bisogni in casa di nascosto, o a mangiare le feci per timore di essere sgridato, o a non farla nemmeno al guinzaglio perché la nostra vicinanza lo preoccupa. Quindi quali sono le strategie efficaci per insegnare al cucciolo a non sporcare in casa? Creare una routine regolare Portare il cucciolo fuori a orari regolari, soprattutto dopo i pasti, dopo il gioco e al risveglio, aiuta a stabilire un ritmo per i bisogni. Questo facilita il controllo e riduce le “accidentali” in casa. Scegliere un’area specifica per i bisogni La traversina assorbente accanto alle uscite e solo per gli orari in cui non è possibile uscire. Questa potrà essere tolta definitivamente intorno al terzo - quarto mese di vita, quando il controllo degli sfinteri sarà completo. È fondamentale per il benessere del cane che questa non diventi mai un sostituto delle uscite e di belle passeggiate, per questa ragione non dovrà essere un’opzione quando il cucciolo crescerà. Per i bisogni in esterno, è utile individuare un’area possa farli senza distrazioni, dove non si senta pressato dal passaggio di persone o peggio ancora di mezzi. Portandolo sempre nello stesso posto, scelto con cura, il cucciolo sarà il primo a portarvici quando avrà le sue necessità da espletare. Gratificare con coccole e complimentiha sempre la sua efficacia con un piccolino che sta imparando. Non è necessario usare, quanto meno non sempre, un premio in cibo. È sufficiente fare complimenti con una voce affettuosa non appena avrà terminato il bisognino, magari sottolineando anche il termine che usiamo per invitarlo ad uscire: “ma che bravo, hai fatto la pipì!” per poi fargli una bella coccola e proseguire con una passeggiata. L’incoraggiamento, la gratificazione sociale, la motivazione positiva sono le chiavi dell’educazione rispettosa e di una bella relazione con i nostri cani. Non dimenticate, però, che è importante anche ciò che accade dopo. Perciò, non rientrate subito dopo in casa, altrimenti rischiate che il cucciolo impari a trattenere in bisogni anche quando sarà fuori casa per poter prolungare l’esplorazione e il divertimento della passeggiata. Sorvegliare e prevenire gli “incidenti” Nei primi tempi è utile tenere il cucciolo sotto controllo, soprattutto quando è libero di correre e giocherellare in casa. I segnali che precedono il bisognino sono: annusare insistentemente un punto, girarsi intorno, accucciarsi. Quando si notano questi segnali è bene portarlo fuori, rapidamente e chiedendogli gentilmente di aspettare fintanto che non si raggiunge il prato più vicino. E se non riuscisse ancora a trattenerla fintanto che ci accingiamo a portarlo fuori? Nulla di grave, non dimentichiamo che ancora potrebbe non essere in grado di farlo. Mentre sarà distratto puliremo, con prodotti enzimatici per eliminare gli odori, così il piccolo non darà importanza all’incidente e non sarà attirato dall’odore del bisogno sfuggito al suo e nostro controllo. Evitare punizioni e rimproveri Punire il cucciolo dopo che ha sporcato in casa non è efficace e può creare paura o sfiducia. I cani non collegano il rimprovero al comportamento passato, quindi è meglio concentrarsi su rinforzi positivi e prevenzione. Cosa fare in caso di difficoltà? Alcuni cuccioli possono impiegare più tempo per imparare, soprattutto se hanno vissuto esperienze traumatiche o sono di razze in cui il controllo degli sfinteri tarda ad arrivare. In questi casi, la pazienza è fondamentale, ce la faranno anche loro. Certo, nel caso in cui il problema persistesse, sarà bene consultare il medico veterinario, meglio ancora se esperto in comportamento, per escludere problemi medici o ricevere consigli personalizzati. Educare il proprio cucciolo a non sporcare in casa è un processo che richiede tempo, costanza e pazienza. Creare una routine, usare l’incoraggiamento piuttosto che i rimproveri, dedicare del tempo al cucciolo sono gli ingredienti principali per ottenere risultati duraturi. Ricordate che ogni cucciolo è unico e che con pazienza e dedizione riuscirete a costruire un rapporto sereno e felice con lui, vivendo insieme in un ambiente armonioso e piacevole per tutti. Med. Vet., PhD, Esperto in comportamento animale riconosciuto FNOVI - Esperto in IAA: Interventi Assistiti con gli Animali - (Medicina comportamentale)Dr.ssa Maria Chiara CatalaniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

La pseudogravidanza, o gravidanza isterica, o con nome scientifico pseudociesi è un fenomeno comune nelle cagne che però può portare a malessere la paziente e quindi a ansia nei proprietari. È importante conoscere bene la fisiologia riproduttiva delle nostre cagne per capire quale situazione ormonale porta a questa condizione e come e quando è necessario intervenire. A differenza di quanto posso far pensare il nome “gravidanza isterica” che molti ancora utilizzano, la pseudociesi non un’alterazione psicologica ma è una condizione normale di tutte le cagne dopo circa 25 giorni dalla fine del calore. La cagna, infatti, ha un ciclo riproduttivo molto particolare durante il quale sia che sia stata fecondata e quindi si sia instaurata la gravidanza, sia che non ci stata fecondazione, a livello ovarico viene prodotto progesterone per un periodo di circa 65 giorni, corrispondente alla durata della gravidanza.E' un po’ come se noi donne a ogni ciclo stessimo 8 mesi e mezzo sotto l’influenza del progesterone. Per permettere alle ovaie di produrre progesterone per un periodo di tempo cosi lungo (a differenza dei 14 giorni tipici di quasi tutte le altre specie) una ghiandola posta alla base del cervello, l’ipofisi, dopo circa 20 giorni dall’ovulazione, inizia a secernere prolattina. Nella specie canina, la prolattina è un ormone che nutre i corpi lutei, gli organelli che a livello ovarico producono il progesterone. La prolattina, però, come dice il nome stesso (PRO LATTINA) è soprattutto l’ormone che in tutte le specie, donna compresa, induce la produzione di latte e di tutte le sue proteine, inoltre è anche l’ormone che promuove il comportamento materno e l’accudimento della prole. In caso di gravidanza il progesterone e la prolattina permetteranno la sopravvivenza e la crescita dei feti ma la cagna non in gravidanza sarà comunque sotto l'effetto di tali ormoni. Per quanto l’assetto ormonale sia identico in tutte le cagna (gravide o non gravide) i sintomi clinici della presenza della prolattina sono molto soggettivi. In alcune cagne non ci sarà alcuna evidenza di sintomatologia mentre in altre potremo assistere ad alterazioni dell’appetito (alcune cagne possono mostrare un aumento dell'appetito, mentre altre possono rifiutare il cibo), aumento del volume mammario e produzione di latte, comportamenti materni (la cagna potrebbe iniziare a raccogliere oggetti, come giocattoli o coperte, come se stesse preparando un nido e prendere pupazzi e occuparsene come dei cuccioli), cambiamenti nel comportamento (potrebbe diventare più affettuosa o, al contrario, più distante e ansiosa). Come Gestire la Pseudogravidanza Se notate sintomi di pseudogravidanza nella vostra cagna, è importante consultare un veterinario per confermare la diagnosi e discutere le opzioni. Se le alterazioni sono “solo” comportamentali, l’aiuto di un Veterinario esperto in comportamento potrebbe portare a risoluzione del problema con semplici accorgimenti come aumentare l'attività fisica e fornire giochi interattivi per aiutare a distrarre la cagna e a ridurre l'ansia oppure potrebbe consigliare l'utilizzo di integratori per il rilassamento. E’ importante monitorare l'alimentazione e mantenere una dieta equilibrata che è fondamentale per evitare che la cagna si sottoalimenti o che al contrario esageri nell’assunzione di cibo con conseguente aumento eccessivo di peso durante questo periodo. Nei casi in cui la cagna risulti evidentemente disturbata a livello comportamentale (non voglia ad esempio uscire di casa per non abbandonare i suoi “cuccioli”) o in tutte le situazioni in cui si evidenzia presenza di latte alle mammelle o eccessivo aumento del loro volume o ancora nei casi di grave inappetenza o nausea, il Veterinario può consigliare farmaci per bloccare la secrezione della prolattina e quindi far terminare i sintomi. È importante sottolineare che non è vero che la pseudociesi predispone alle neoplasie mammarie e che non ha influenza negativa sulle possibili future gravidanze ma nei casi in cui le pseudogravidanze si ripetono ad ogni calore il Veterinario potrebbe comunque consigliare, per il benessere della cagna, di intervenire con la sterilizzazione per evitare i cambiamenti ormonali che predispongono a questa condizione che, ripetiamo, è fisiologica ma può essere molto fastidiosa. È anche fondamentale sottolineare che: "la necessità per la cagna di avere almeno una gravidanza per evitare problemi ginecologici e per prevenire le gravidanze immaginarie" è semplicemente una leggenda metropolitana senza alcun fondamento scientifico. Quindi, come sempre, rivolgersi con fiducia al proprio Medico Veterinario è la scelta migliore per aiutare la nostra amica a 4 zampe a vivere serenamente questa fase del suo ciclo riproduttivo. “DVM, Diplomata ECAR, EBVS ® - European Veterinary Specialist in Animal Reproduction (Fisiologia e patologia della Riproduzione, Ginecologia e Andrologia del cane, del gatto e dei mammiferi non convenzionali, Neonatologia)”Dr.ssa Maria Carmela PisuAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

La sincope (volgarmente: svenimento) è una perdita di coscienza breve e temporanea da cui di solito ci si riprende in maniera completa e spontanea. In gran parte dei casi si tratta di eventi di natura benigna destinati a non ripetersi o a ripetersi solo in determinate situazioni Una categoria di sincopi è infatti denominata “situazionale” in quanto conseguente ad eventi fisiologici o para. fisiologici (defecazione, vomito, tosse) che stimolano il sistema neurovegetativo (parasimpatico) Tipicamente gli episodi sincopali sono brevi, con una perdita completa di coscienza che non supera i 30 secondi con insorgenza improvvisa (non preceduta da alcun segno premonitore) e ripresa molto rapida. Nel cane sono frequenti vocalizzazione (incoscienti) che non devono essre confuse con dolore, Episodi di durata superiore (fino a qualche minuto) vanno posti in diagnosi differenziale con altre cause di perdita di coscienza (tamponamento cardiaco, rottura del miocardio). Se la sincope si prolunga oltra i 15-20 secondi si possono osservare contrazioni tonico-cloniche (convulsioni) e incontinenza sfinterica con perdita di urine e feci (che sono successive e non concomitanti con la perdita di coscienza!) Alcune sincope tuttavia riconoscono una causa cardiogena (Cuore polmonare, stenosi valvolari, Tamponamento cardiaco, titolo esemplificativo) e devono essere indagate per la loro gravità La valutazione iniziale si basa su una buona anamnesi incentrata soprattutto sulla modalità di presentazione della sincope e sul contesto in cui si è verificata. In queste situazioni è quindi FONDAMENTALE l’apporto del proprietario che deve focalizzarsi sull’osservazione alcuni aspetti che agevoleranno la diagnosi cercando di evitare il panico o di effettuare manovre inutili o dannose. Cosa fare: Accertarsi che il cane sia realmente incosciente (il fatto che occhi rimangano aperti non indica che il cane sia cosciente) chiamandolo o stimolandolo delicatamente Cercare di misurare la durata (una ripresa filmata con telefono cellulare in questi casi è di utilità fondamentale) della perdita di coscienza in modo oggettivo Osservare il colore delle mucose orali (nella sincope normalmente pallide o bianche) Appoggiare la mano su torace appena dietro il gomito sinistro vicino allo sterno per avere la percezione tattile del battito cardiaco (nella sincope la frequenza cardiaca normalmente è molto bassa, e intercorrono diversi secondi tra un battito e quello successivo, se possibile contarli). Dopo la ripresa di coscienza valutare se il cane riprende normalmente il suo comportamento oppure ha atteggiamenti inusuali per qualche tempo. Annotarsi cosa stava facendo prima che perdesse conoscenza Consultare immediatamente il proprio medico veterinario riferendo quanto osservato e pianificando con lui gi accertamenti necessari Cosa non fare Afferrare la lingua del cane (il fenomeno di retroversione della lingua è tipico dell’uomo) ed inoltre il cane incosciente potrebbe mordere involontariamente semplicemente per via riflessa Avviare immediatamente un tentativo di rianimazione cardiopolmonare premendo sul torace. Questo impedisce di raccogliere le informazioni precedenti e nei casi di sincopi cardiogene gravi (tamponamento cardiaco da rottura delle pareti cardiache) potrebbe aggravare la situazione Da proprietari di cani oltre che medici veterinari ci rendiamo conto che in determinate circostanze mantenere il sangue freddo non è semplice ma in questi casi vale ancora di più il detto” l’emergenza cessa di esistere nel momento in cui siamo prearati ad affrontarla”. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Spesso, per diagnosticare od escludere alcune patologie, il Medico Veterinario potrà eseguire un esame bioptico ovvero un prelievo, eseguito con differenti tecniche, di cellule o di tessuto del paziente al fine di effettuate un esame citologico o istologico.Vediamo nello specifico le differenze fra esame citologico ed esame istologico nel cane e nel gatto.Esame CitologicoLa citologia è quel ramo della biologia che si occupa dello studio della struttura e delle funzioni delle cellule come unità individuali ed è complementare alla istologia che studia le cellule come componente di un tessuto.La citologia diagnostica (citopatologia) ha invece lo scopo di identificare un quadro patologico o di indicare ulteriori procedure diagnostiche per arrivare ad una diagnosi definitiva ovvero di indirizzare verso un determinato approccio terapeutico.Il prelievo per un esame citologico può può essere eseguito tramite tecniche diverse sia nel cane che nel gatto: - Citologia ago-aspitariva detta anche Ago-Biopsia: in questo caso il prelievo viene eseguito tramite siringa con ago sottile- Citologia esfoliativa: in questo caso le cellule vengono prelevate mediante tecniche di scarificazione, spazzolamento, o con un tamponeMediante la prima tecnica (Ago-Biopsia) è possibile ottenere campioni diagnostici sia da neoformazioni superficiali come mammella, nodulo cutaneo, linfonodi superficiali che da organi/neoformazioni profonde per esempio -quali tiroide, ghiandole salivari, polmone, fegato, pancreas, milza, linfonodi profondi, come pure versamenti (raccolte di liquido) addominali o toraciche. In questi casi il medico veterinario potrà utilizzare strumentazioni che permettano di guidare con precisione l’ago per effettuare il prelievo (Ecoguida o Guida TAC).Mediante scarificato, spazzolamento o tampone si possono eseguire prelievi da superfici esterne come per esempio prelievi dalla congiuntiva, cute, orecchie o eseguire strisci vaginali (per esempio per stabilire il periodo di estro nella cagna)Le cellule aspirate/esfoliate vengono depositate su un vetrino, delicatamente strisciate e lasciate essiccare all’aria e successivamente inviate al laboratorio dove verranno colorati e osservati al microscopio oppure letti direttamente dal medico che ha effettuato il prelievo.I vantaggi dalla biopsia con ago fine sia nel cane che nel gatto sono numerosi :- Rapida esecuzione- Prelievi senza sedazione- Ripetibilità del campionamento- Ben tollerata dal paziente- Minima possibilità di complicanze (es emorragie) anche per prelievi da organi profondi (es milza) - Elevata potenzialità diagnostica se letta da operatori esperti - Ridotto costoGli svantaggi ed i limiti sono pochi e limitati a prelievi di campioni con scarsa cellularità il chè può accadere quando il tessuto oggetto del prelievo non rilascia un numero adeguato di cellule per emettere una diagnosi e dovrà essere richiesta una ripetizione del prelievo o si opterà per tecniche differenti di prelievo come la “biopsia per esame istopatologico”. Fig. 1 - Prelievo con ago sottile per "citologia ago-aspitariva" detta anche Ago-Biopsia. Esame IstopatologicoLa biopsia per esame istopatologico consiste nel prelevare una porzione di tessuto da inviare in adeguato liquido di conservazione al laboratorio di referenza dove verrà opportunamente processata per essere letta al microscopio.Le biopsie per istopatologia possono essere distinte in :- Ago-biopsia: (eseguite tramite appositi aghi che trattengono piccoli frammenti di tessuto) per mezzo di Eco-Guida o Guida-Tac da organi quali profondi quali fegato, tiroide, prostata.- Biopsia escissionale: si rimuove completamente il nodulo, neoformazione, tessuto sospetto con una porzione di tessuto normale circostante generalmente di almeno 10 millimetri.- Biopsia incisionale: viene eseguita quando non è possibile eseguire una biopsia escissionale perché la lesione è troppo estesa o l’esito della biopsia stessa non permetterebbe un normale avvicinamento dei margini del prelievo.Una particolare tecnica bioptica che si può considerare incisionale viene utilizzata in dermatologia per la diagnosi di varie patologie infiammatorie o neoplastiche tramite l’utilizzo di punch per biopsia (in pratica un bisturi circolare con manico - vedi foto) che permette biopsie multiple e poco invasive. Generalmente il diametro di questo tipo di bisturi è di 4-6 mm.Il vantaggio della biopsia per esame istopatologico rispetto alla Ago-Biopsia con Ago fine per esame citopatologico, sia nei cani che nei gatti, è fondamentalmente rappresentato da una potenzialità diagnostica superiore che permette di avere una diagnosi, prognosi e approccio terapeutico migliore.Gli svantaggi delle biopsie per istopatologia si possono cosi riassumere:- Sedazione o anestesia del paziente (cane o gatto) in genere necessarie per eseguire le biopsia di organi profondi (es fegato).- Possibilità di complicanze (emorragia) per prelievi da organi profondi, complicanze non frequenti ma possibili per le quali spesso si richiede un day-hospital per monitoraggio del paziente.- Le biopsie dermatologiche, nei cani, richiedono per le aree più facilmente accessibili e paziente collaborativo anestesia locale o generale per biopsia in aree più complicate (es tartufo). Nei gatti invece la biopsia richiede sempre sedazione/anestesia.- Applicazione di punti di sutura nelle biopsie cutanee.- L’esecuzione dell’esame istopatolgico richiede tempi tecnici più lunghi.- Costi di esecuzione più alti per esami preoperatori (biopsie profonde) e sedazione/anestesia e processazione di laboratorio.La Biopsia per esame istopatologico rappresenta chiaramente il punto di riferimento per la diagnosi di patologie infiammatorie o neoplastiche sebbene l’esame citopatologico ottenuto per Biopsia con ago fine (ago aspirato) rappresenta una valida alternativa in considerazione della rapidità di diagnosi basso impatto sull'animale e ridotto costo. “DVM, Master in Ematologia Di Laboratorio, Consulente Mylav in Dermatologia, Patologia Clinica"Dr. Carlo PorettiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L'insufficienza pancreatica esocrina nel cane, sintomi, diagnosi e terapia L’insufficienza pancreatica esocrina è una patologia piuttosto frequente nel cane ed è caratterizzata da un’inadeguata produzione, da parte del pancreas esocrino, degli enzimi essenziali per la digestione degli alimenti. Una carenza degli enzimi pancreatici provoca accumulo di materiale alimentare non digerito nell’intestino, con conseguente malassorbimento delle sostanze nutritive e diarrea. La persistenza di materiale indigerito determina alterazioni quali/quantitative a carico della normale flora microbica intestinale (microbiota) che contribuisce a determinare infiammazione intestinale. Nel cane giovane la causa più comune dell’insufficienza pancreatica esocrina è l’atrofia acinosa pancreatica (PAA), una patologia ad origine multifattoriale. Secondo alcuni studi, infatti, la distruzione delle cellule acinari del pancreas esocrino, si realizza mediante meccanismi immunomediati in soggetti geneticamente predisposti. Sebbene il meccanismo non sia del tutto chiaro si presume inoltre che l'EPI in alcune razze come Pastore tedesco e Collie a pelo ruvido abbia una base ereditaria, con molteplici fattori genetici e ambientali probabilmente responsabili. Altre patologie, seppur rare, che possono causare l’EPI sono l’Ipoplasia pancreatica congenita (difetto congenito nello sviluppo del pancreas), la pancreatite cronica e le neoplasie pancreatiche. Segnalamento Insufficienza pancreatica esocrina è una patologia riscontrata in diverse razze di cani, meticci compresi, anche se sembra esserci una maggiore incidenza soprattutto nel Pastore tedesco, Collie a pelo ruvido, Chow Chow, Labrador retriver, Cavalier King Charles Spaniel, Setter, Rottweiler, Boxer. Generalmente si riscontra in pazienti giovani soprattutto quando la causa è immunomediata o la malattia è congenita. Nelle razze in cui l’insufficienza pancreatica esocrina si manifesta nei soggetti adulti, a determinarla potrebbero esserci altre condizioni patologiche, come la pancreatite cronica o le neoplasie pancreatiche. Segni clinici I segni clinici sono legati alla maldigestione degli alimenti, cui consegue un ridotto assorbimento intestinale dei nutrienti. Generalmente i sintomi non sono evidenti fino a quando non si ha perdita del 90% della capacità secretoria, visto che il pancreas esocrino ha una grande capacità di produrre enzimi di riserva. I pazienti vengono generalmente portati a visita, presso un Medico Veterinario, per dimagrimento o per difficoltà nel prendere peso. A questo si associa diarrea che tipicamente ha colore giallastro o grigiastro ed aspetto untuoso (steatorrea), con aumento del volume delle feci e della frequenza di defecazione e flatulenza. Come conseguenza del malassorbimento intestinale i pazienti affetti da EPI manifestano aumento della fame (polifagia) e tendono a mangiare materiale non commestibile (pica), o le feci proprie o di altri cani (coprofagia). Spesso anche la cute può avere un aspetto scadente per la carenza di acidi grassi essenziali. Quando all’EPI si associa anche una condizione infiammatoria intestinale si può osservare vomito, appetito ridotto e dolore addominale. Esami diagnostici La diagnosi di insufficienza pancreatica esocrina nel cane si basa sul segnalamento e la storia clinica del paziente, sui sintomi e sulla dimostrazione di una ridotta secrezione di enzimi pancreatici attraverso un test di funzionalità pancreatica. Gli esami di routine (ematobiochimico, elettroforesi ed urine) non evidenziano alterazione specifiche e spesso sono normali. In alcuni pazienti si osserva ipocolesterolemia (riduzione del colesterolo), riduzione delle proteine totali come segni secondari al malassorbimento intestinale, o alterazioni degli enzimi epatici come conseguenza della presenza di sostanze tossiche per il fegato provenienti dall’intestino. Attualmente il test di prima scelta nella diagnosi dell’ insufficienza pancreatica esocrina nel cane è il TLI sierico o immunoreattività tripsino simile. Si tratta di un test che attraverso l’utilizzo di anticorpi specifici per ogni specie, individua la presenza di tripsina (enzima pancreatico) o dei suoi precursori (tripsinogeno) nel sangue. È importante che la misurazione venga fatta a digiuno, per evitare che il rilascio degli enzimi pancreatici, legato all’ingestione del cibo, possa causare falsi aumenti dei livelli di enzimi nel sangue, alterando il test. Qualora sia stata già iniziata l’integrazione prima della misurazione del TLI, non è invece necessario interrompere la somministrazione degli enzimi pancreatici perché gli enzimi somministrati non vengono assorbiti dall’intestino e non vengono immessi in circolo. Inoltre essendo il test specifico per la specie canina non mostra reattività con la tripsina di altre specie utilizzate per l’integrazione. Quando i valori riscontrati non sono certamente significativi (cosiddetta zona grigia), è opportuno ripetere il test perché potremmo essere di fronte ad una forma di EPI subclinica. E’ opportuno sempre eseguire anche una misurazione della vitamina B12 nel sangue, che spesso risulta ridotta in corso di insufficienza pancreatica esocrina nel cane. La Vitamina B12 ha origine alimentare e viene assorbita a livello dell’ileo grazie alla presenza del fattore intrinseco e ad un pH dell’ambiente intestinale non eccessivamente acido. ll fattore intrinseco nel cane è prodotto principalmente dal pancreas ed in minima parte dalla mucosa gastrica. Il pancreas inoltre produce i bicarbonati essenziali per rendere meno acido il ph intestinale. In corso di insufficienza pancreatica esocrina nel cane una carenza sia del fattore intrinseco ed un ph non adeguato riducono l’assorbimento della cobalamina. Quest’ultima se carente può causare atrofia (scomparsa) de villi intestinali, strutture essenziali per l’assorbimento dei nutrienti, peggiorando la condizione di malassorbimento intestinale. Terapia La terapia principale per l’ insufficienza pancreatica esocrina nel cane consiste nell’integrazione degli enzimi pancreatici che deve essere fatta per tutta la vita del paziente. L’integrazione enzimatica può essere fatta in diversi modi, somministrando la polvere, le capsule, capsule con rivestimento enterico (capsule rivestite in modo da evitare che gli enzimi vengano inattivati dal ph acido dello stomaco riducendone la funzione), estratto pancreatico essiccato, pancreas crudo di suino e/o bovino. Indipendentemente dalla tipologia utilizzata è importante che ci sia sempre un giusto rapporto tra gli enzimi somministrati e la quantità di cibo, e che ogni pasto, compreso un eventuale snack, deve essere sempre associato alla somministrazione contemporanea degli enzimi. Questo perché gli enzimi che somministriamo devono agire sul pasto ingerito e lo svuotamento gastrico degli enzimi dovrebbe avvenire in parallelo con i nutrienti per ottimizzare la digestione e l'assorbimento dell’alimento. Se l’integrazione non dovesse essere efficace a controllare i sintomi è opportuno cambiare le variabili terapeutiche aumentando la quota di enzimi, provando a cambiare tipo di formulazione. Raramente l’integrazione enzimatica può portare ad effetti collaterali come il sanguinamento gengivale, in questi casi può essere utile ridurre la dose o provare con la preincubazione che consiste nel mettere in contatto gli enzimi con il cibo 10 minuti prima della somministrazione al paziente. In passato l'approccio dietetico iniziale ai pazienti con insufficienza pancreatica esocrina nel cane era quello di ridurre la quota di grassi nella dieta. In realtà recentemente è stato evidenziato che la digestione dei grassi e l'assorbimento sono migliori quando gli enzimi vengono assunti con una dieta ricca di grassi rispetto ad una povera di grassi. Inoltre diete con ridotto contenuto di grassi rendono più complesso il recupero del peso in pazienti spesso già molto magri. Per questo motivo la restrizione dei grassi della dieta non dovrebbe più essere considerata come prima scelta nella gestione dei pazienti con insufficienza pancreatica esocrina nel cane. In generale si consiglia la somministrazione di diete iperdigeribili commerciali o casalinghe anche se non c’è una dieta migliore in assoluto, visto che diverse strategie dietetiche sembrano adattarsi a cani diversi. Pertanto quando la risposta clinica non è soddisfacente oltre a modificare l’integrazione enzimatica è opportuno cambiare la dieta. Considerando che la carenza di vitamina B12 è particolarmente comune nei cani con insufficienza pancreatica esocrina nel cane, per i motivi precedentemente indicati, il Medico Veterinario potrà prescriverne un’adeguata integrazione. In alcuni pazienti può essere necessario l’utilizzo di una terapia antibiotica per controllare la disbiosi associata (alterazione quali quantitativa del microbiota intestinale), condizione comune nei cani con insufficienza pancreatica esocrina nel cane, probabilmente legata alla perdita dei fattori batteriostatici (impediscono o riducono la proliferazione batterica) presenti nel succo pancreatico e per la presenza di una maggiore disponibilità di alimento non digerito nel lume intestinale utile alla crescita batterica. Tuttavia, anche se alcuni studi hanno dimostrato che l'uso di antibatterici può migliorare la risposta clinica, generalmente la sola integrazione enzimatica se correttamente effettuata da sola può essere sufficiente. Sarà quindi il Medico Veterinario curante a valutarne la necessità caso per caso. Prognosi L’ insufficienza pancreatica esocrina nel cane è una patologia cronica in cui la prognosi è favorevole purchè vi sia collaborazione da parte del proprietario, condizione fondamentale per il successo della terapia. L’obiettivo principale è trovare il giusto equilibrio tra la dieta somministrata, un’integrazione enzimatica adeguata e la terapia di supporto, al fine di garantire una buona qualità di vita del paziente Una volta raggiunto questo equilibrio il paziente affetto da EPI può mantenere un’adeguata condizione di vita per anni. “DVM, Master di 2° livello in Gastroenterologia ed Endoscopia degli animali d’affezione (gastroenterologia, pneumologia).”Dr. Pietro RuggieroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Cos’è la dermatofitosi (micosi) del cane e del gatto? La dermatofitosi è un’infezione micotica delle strutture cheratinizzate della cute rappresentate da peli, strato corneo e unghie. I dermatofiti, in base all’habitat naturale in cui vivono, sono classificati in zoofili (associati agli animali e trasmissibili all’uomo), geofili (saprofiti del suolo anche se occasionalmente possono essere causa di problemi dermatologici negli animali e nell’uomo) e antropofili (parassiti dell’uomo). Microsporum canis è il fungo zoofilo responsabile nella maggior parte dei casi delle dermatofitosi nel gatto e nel cane e riconosce come serbatoio preferenziale il gatto. Trichophyton mentagrophytes (si preferisce parlare di Trichophyton mentagrophytes complex in quanto si tratta di un complesso di specie distinguibili su base molecolare) è un altro fungo zoofilo che riconosce come serbatoio preferenziale i roditori. Nannizia gypsea (nota in passato come Microsporum gypseum) è il principale fungo geofilo, vive nel suolo decomponendo detriti cheratinici e può infestare il cane e, più raramente, il gatto. Come si manifesta la dermatofitosi (micosi) nel cane e nel gatto ? L’alopecia, focale o multifocale, rappresenta la presentazione clinica tipica nel cane e nel gatto ed è rappresentata da aree di forma frequentemente circolari, e ricoperte variabilmente da scaglie (Fig. 1 e 2).Le aree alopeciche si allargano in senso centrifugo arrivando ad interessare, nei casi più gravi, anche intere regioni corporee (alopecia diffusa) (Fig. 3). Fig. 1 - Alopecia focale sul padiglione auricolare di un gatto con dermatofitosi.Fig. 2 - Alopecia multifocale sulla testa di un gatto con dermatofitosi.Fig. 3 e in copertina - Alopecia diffusa in un cane con dermatofitosi. Le aree anatomiche più spesso coinvolte sono la testa, il muso, i padiglioni auricolari e le zampe, sia nel gatto che nel cane. Nel gatto manifestazioni non tipiche sono rappresentate da dermatite miliare, caratterizzata da lesioni papulo-crostose, dermatite esfoliativa, dermatite papulare, come descritta nel Devon Rex, e da lesioni nodulari come nello pseudomicetoma dermatofitico.Quest’ultimo, causato da una localizzazione dermica e sottocutanea del dermatofita che determina un’imponente flogosi piogranulomatosa, è caratterizzato da noduli, singoli o multipli, talvolta ulcerati e gementi un essudato contenente granuli (Fig. 4). Anche nel cane è frequente lo sviluppo di lesioni nodulari a sede dermica, il kerion dermatofitico, costituito da noduli singoli o multipli, alopecici, talvolta essudativi e localizzati più frequentemente sul muso, lungo la canna nasale, e sulle estremità distali (Fig. 5). I gatti Persiani e i cani Yorkshire Terrier manifestano una predisposizione a sviluppare forme croniche di dermatofitosi caratterizzate spesso da gravi segni clinici. In merito alla predisposizione del gatto Persiano alla dermatofitosi, è rilevante notare che la maggior parte dei casi descritti di pseudomicetoma dermatofitico coinvolge gatti di questa razza. Fig. 4 - Pseudomicetoma dermatofitico in un gatto persiano.Fig. 5 - Kerion dermatofitico sulla canna nasale di un cane. Come si fa la diagnosi di dermatofitosi? Dato che la dermatofitosi è una malattia contagiosa, è fondamentale ottenere rapidamente una conferma della presenza dell’infezione per poter eseguire un trattamento specifico e limitare la possibilità di contagio agli altri animali e alle persone conviventi. Secondo le recenti linee guida nessun test diagnostico dovrebbe essere considerato come “gold standard” ma di volta in volta, in base alla situazione clinica, ciascuna delle possibili tecniche potrebbe risultare più idonea ad individuare o ad escludere l’infezione fungina. Esame con la lampada di Wood Test di screening molto utile per evidenziare le infezioni sostenute da Microsporum canis ed è il primo esame che si esegue quando si ha il sospetto di una dermatofitosi. Quando vengono irradiati con questa luce, i ceppi di Microsporum canis emettono una caratteristica fluorescenza color giallo-verde o verde-mela, dovuta alla produzione di un metabolita del triptofano, la pteridina. Esame microscopico del pelo Tecnica diagnostica di semplice esecuzione che permette rapidamente di individuare gli elementi fungini, emettere diagnosi di dermatofitosi e iniziare una terapia senza attendere il risultato dell’esame colturale. Finalità della metodica è di visualizzare l’invasione dei tessuti cheratinizzati da parte degli elementi fungini rappresentati dalle ife e dagli artroconidi (Fig.6). Esame citologico Tecnica diagnostica riservata a lesioni legate alla localizzazione profonda di dermatofiti quali il kerion dermatofitico e lo psudomicetoma dermatofitico (Fig.7). Esame colturale Si esegue per ottenere la tipizzazione del dermatofita utilizzando terreni di coltura quali l’Agar Sabouraud destrosio e il DTM (Dermatophyte Test Medium) che è un terreno Sabouraud additivato di un indicatore di pH, il rosso fenolo, che permette di evidenziare il viraggio di colore del terreno indotta dai dermatofiti in crescita (Fig.8). Biopsia cutanea Può essere utilizzata nelle situazioni in cui si ha un forte sospetto clinico a cui non corrisponde una coltura positiva o in presenza di kerion e pseudomicetoma dermatofitico. Si possono richiedere colorazioni specifiche come la PAS (Periodic Acid Schiff) o la Grocott che permettono una miglior visualizzazione delle ife e degli artroconidi. Biologia molecolare Il principale vantaggio della PCR rispetto alla coltura è rappresentato dal poter ottenere i risultati in tempi molto più rapidi (1-3 giorni vs 7-21 gg). C’è però da considerare che la PCR è molto sensibile e rileva sia il DNA fungino vitale sia quello non vitale con la possibilità di evidenziare falsi positivi. Fig. 6 - Esame microscopico del pelo: pelo destrutturato avvolto da artroconidi fungini.Fig. 7 - Esame citologico di un peseudomicetoma dermatofitico: le frecce indicano la presenza di ife settate.Fig. 8 - Colonie di Microsporum canis su piastra con terreno DTM. Come si tratta la dermatofitosi? La terapia deve permettere la guarigione dell’animale, limitare la diffusione del contagio ad altri animali suscettibili o all’uomo e minimizzare la contaminazione ambientale per cui il miglior protocollo terapeutico prevede l’associazione di terapia topica, terapia sistemica e decontaminazione ambientale. La terapia topica si basa sull’utilizzo di antifungini come il miconazolo, l’enilconazolo o l’econazolo, applicabili come spugnature o shampoo, e permette di uccidere le spore presenti sul mantello e di minimizzare la dispersione di spore nell’ambiente. La terapia sistemica prevede l’utilizzo di antifungini come l’itraconazolo permettendo di raggiungere elementi fungini intrafollicolari e sterilizzando progressivamente il pelo di nuova formazione. La decontaminazione ambientale è necessaria per eliminare i peli infetti e le spore dall’ambiente e può essere realizzata aspirando tutti i giorni l’ambiente per rimuovere i peli infetti e con la regolare pulizia e lavaggio con acqua e normale detergente.Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore “Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”Dr. Federico LeoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L’ esame citologico e istologico sono essenziali per la formulazione od esclusione di una diagnosi in molti ambiti della medicina umana e veterinaria. Sempre più frequentemente il Medico Veterinario ricorre ad una biopsia citologica e/o istologica per confermare o escludere un determinato processo patologico a carico di un organo o di un tessuto (ad esempio il fegato, la cute, l’osso, ecc.). Perchè il Medico Veterinario deciderà di eseguire una Biopsia per Citologia o Istologia? Esame citologico o istologico, nel cane, gatto o cavallo, vengono eseguiti sempre più frequente in ambito Veterinario in quanto permettono, di effettuare una diagnosi accurata o di escludere altre patologie: questo step è essenziale per poter giungere ad una diagnosi definitiva, che a sua volta è determinante per indirizzare le scelte terapeutiche e i controlli successivi. Sulla base dei sintomi, degli esami di laboratorio e delle lesioni evidenziate, il medico Veterinario valuterà se eseguire un prelievo bioptico (biopsia) per esame citologico o Istologico. Cosa si intende per esame citologico? L’esame citologico (ovvero uno studio microscopico delle cellule presenti in un campione) viene effettuato su campioni costituiti da cellule prelevate solitamente mediante Ago Aspirato (biopsia con ago-fine), depositate su un vetrino, delicatamente strisciate e lasciate essiccare all’aria o con altri metodi di fissazione chimica. Come si effettua il prelievo per esame citologico? Diverse tecniche possono essere utilizzate. La tecnica più diffusa ed efficace è rappresentata dall’ ago spirato. In alcuni casi si ricorre invece a prelievi per scarificazione o spazzolamento del tessuto o utilizzo di tamponi (es. in vagina, congiuntiva, cute, ecc). L’agoaspirato (biopsia con ago-fine ) permette di ottenere campioni da organi superficiali come la cute (es noduli, molto comuni nei cani e nei gatti) o profondi/interni quali il fegato, la milza, la prostata, i polmoni e così via. Esempio di Ago-Biopsia con Ago fine (Ago Aspirato) Fig. 1 (sinistra) - Ago aspirato.Si localizza il nodulo/lesione, si inserisce l’ago e si fanno movimenti di aspirazione cercando di variare la direzione dell’ago per ottenere un campione il più abbondante possibile. Quando si vedrà penetrare il materiale nell’ ago si rilascia lo stantuffo, si estrae l’ ago e il materiale prelevato viene poi distribuito su in vetrino, strisciato e successivamente colorato con specifici kit per la citologia, quindi osservato al microscopio da un Medico Veterinario esperto in questo settore diagnostico. Fig. 2 (destra) - Cellule di Linfondo.Esempio di campione per esame citologico. Il campione è costituito da cellule distribuite singolarmente che analizzate nel dettaglio permettono di emettere una diagnosi o escluderne altre potenziali. Ago-Aspirato (Ago-biopsia) è un esame doloroso? Pericoloso? Si tratta di una tecnica semplice, ben conosciuta dal Medico Veterinario e ben tollerata dai cani e anche dai gatti. L’ago-biopsia con ago fine (Ago-Aspirato) è di rapida esecuzione, non richiede sedazione tranne in casi particolari, nella stragrande maggioranza dei casi è indolore e senza complicanze, anche in caso di prelievi per Ago-Aspirato di organi profondi/interni. Ago-Aspirato è Sempre Diagnostico? La Biopsia per Citologia, nel cane e gatto, sebbene abbia una elevata potenzialità, non è sempre diagnostica in quanto, indipendentemente dalla tecnica ed esperienza del Medico Veterinario che esegue il campionamento, i prelievi potrebbero non contenere un numero sufficiente di cellule per formulare una diagnosi citologica definitiva. Nel caso in cui un campione citologico non fosse diagnostico, si può ripetere l’ Ago-Aspirato-Biopsia con Ago Fine, trattandosi di una procedura semplice, oppure ricorrere alla Biopsia per esame Istologico che invece è un po’ più invasiva, indaginosa e costosa. Biopsia per esame istopatologico: che cos’è? La biopsia per istologia a differenza dell’ Ago-Biopsia per esame citologico, consiste nel prelievo, da parte del Medico Veterinario, di una porzione di tessuto (sia in cani, gatti che in altre specie) che verrà inviato in adeguato liquido di conservazione al laboratorio di referenza, dove verrà opportunamente processata per essere letta al microscopio da un patologo Veterinario specializzato. Biopsia per esame istologico: come si esegue? Diverse tecniche di prelievo possono essere utilizzate in base al tessuto da prelevare e alle indicazioni cliniche. L’ago biopsia tramite un ago di grosse dimensioni e calibro, può trattenere un frammento di tessuto (ad esempio dal fegato). Per “Biopsia escissionale” si intende un prelievo chirurgico in cui si rimuove completamente il nodulo, neoformazione, tessuto o organo sospetto (ad esempio un intero linfonodo). Per “Biopsia incisionale” si intende un prelievo spesso ottenuto con bisturi specifici (punch per biopsia o bisturi chirurgici) di piccole dimensioni (4-6 mm di diametro ad esempio per i “punch” cutanei) , utilizzati soprattutto dal medico Veterinario per effettuare biopsie cutanee nei cani gatti o altre specie. Quali controindicazioni alla biopsia per istologia? In base al tessuto da prelevare il Medico Veterinario valuterà se eseguire sedazione o anestesia oppure possa essere sufficiente una anestesia locale. Nei cani è possibile eseguire biopsia cutanea in anestesia locale in soggetti collaborativo in aree facilmente accessibili ovvero anestesia generale per distretti più complicati; la biopsia per istologia in un gatto richiederà quasi sempre una sedazione/anestesia, in quanto trattasi di una specie molto meno maneggevole del cane; vengono poi applicati solitamente dei punti di sutura che andranno rimossi; le biopsie da organi profondi possono richiedere il ricovero giornaliero. L’esame istologico è sempre diagnostico? Premesso che nessun esame di per sé è in grado di offrire la diagnosi di una malattia sempre e con assoluta certezza, l’esame istologico rappresenta per il Medico Veterinario il mezzo più diretto e accurato, seppure un po’ invasivo, per arrivare alla diagnosi di determinate patologie neoplastiche, degenerative, infiammatorie e così via. Sulle biopsie effettuate si possono inoltre effettuare indagini molto approfondite (es: colorazioni immunistochimiche, analisi genetiche/molecolari etc.) che nella stragrande maggioranza dei casi permettono di avere una diagnosi definitiva e molto accurata. In Medicina Veterinaria l’impiego di Biopsia con Ago Fine (Ago-Aspirato) o di Biopsia per esame istologico sono sempre più diffuse, possono essere effettuate in tutte le specie animali ( cani ,gatti ,Cavalli, Bovini, animali esotici, volatili etc), sono di facile e sicura esecuzione, non richidono da parte del medico Veterinario attrezzature particolari e rappresentano il metodo più rapido ed economico per definire l’ origine di una patologia neoplastica, infiammatoria o di altra derivazione. “Med. Vet; MS Ematologia di Laboratorio (SIMEL); Esperto Mylav”Dr. Carlo PorettiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}