1 - I parassiti gastrointestinali sono un problema tipicamente o prevalentemente giovanile? Certamente no. È questo un concetto che si è insediato nelle menti di proprietari e talora medici veterinari perché i trattamenti antiparassitari di routine per anni sono stati erroneamente programmati solo nei cuccioli e gattini. Se è vero che alcuni parassiti come Toxocara canis e Toxocara cati, per la possibilità di trasmissione verticale sono virtualmente presenti nella totalità dei soggetti giovani, è anche vero che gli stessi parassiti sono presenti in tutti i soggetti in tutto il corso della loro vita nel cane, con picchi di prevalenza senile (14 anni), e a giovane (2 anni), media (8anni) e tarda età (14 anni) nel gatto. Per quanto concerne poi le infestazioni da Ancylostoma, il rischio di infestazione nel cane non è legato all’età ma alla frequentazione di ambienti terricoli caldo umidi (più frequente nei soggetti adulti), mentre nel gatto, oltre ad un picco di alta prevalenza tipicamente post svezzamento, si registra un aumento del rischio di infestazione attorno ai 5 e 12 anni di età. Pensando ad altri parassiti che possono infestare sia il cane sia il gatto come Dipylidium caninum (il cestode di più frequente riscontro) il suo ritrovamento nel cane è frequente indipendentemente dall’età (con maggiori probabilità nella fase giovanile e senile) mentre nel gatto le fasce di età a maggior rischio sono quelle incluse tra 1 e 4 anni e tra 8 e 11. Trichuris vulpis infine è il nematode di più frequente riscontro nel cane sia in ambiente urbano sia rurale, in particolar modo nelle comunità di cani o ove siano presenti numerosi soggetti conviventi. La prevalenza di questo parassita nei soggetti non sottoposti a trattamenti periodici rimane stabilmente alta (3-6%) dai 6 mesi ai 15 anni. Questi dati indicano pertanto come sia necessario mantenere alta l’attenzione nei confronti dei parassiti gastrointestinali lungo il corso di tutta la vita, e in alcuni casi anche nei soggetti di età medio avanzata che erroneamente si è portati a credere non toccati dal problema. 2 - Tutti i cani e gatti sono esposti al rischio di contrarre parassiti gastrointestinali? Con i necessari distinguo correlati al ciclo biologico di ciascun parassita (trasmissione diretta o indiretta e nel caso di trasmissione indiretta caratteristiche dell’ospite intermedio), la risposta è si. I cani per le loro caratteristiche hanno necessariamente accesso all’ambiente esterno o vivono stabilmente in ambiente esterno e quindi sono tutti esposti al rischio di infestazione. Questo vale anche per i cani che vivono in ambito urbano che addirittura sono più esposti alle infestazioni da Trichuris. Per quanto concerne il gatto è opportuno ricordare che solo il 10% dei gatti è strettamente indoor (ossia non ha mai nel corso della sua vita accesso all’ambiente esterno) e che la maggior parte di quelli considerati “casalinghi” per alcuni periodi dell’anno o momenti della giornata escono di casa. Inoltre deve essere considerata l’attitudine predatoria: i gatti che predano, anche occasionalmente, oltre a essere maggiormente esposti alle parassitosi a ciclo indiretto in cui la loro preda è l’ospite intermedio, sono esposti al rischio dei cosiddetti ospiti paratenici, cioè ospiti in cui non ha luogo una fase del ciclo biologico del parassita ma che sono in grado di fungere da carriers delle forme infestanti. Infine per i gatti strettamente indoor non deve essere assolutamente dimenticata la possibilità di convivenza con il cane che può veicolare all’interno dell’ambiente domestico parassiti comuni ad entrambe le specie (Toxascaris leonina) o ospiti intermedi in grado di infestare il gatto stesso (pulci nel caso di Dipylidium caninum). 3 - I farmaci contro i parassiti gastrointestinali sono tutti uguali? Nell’ambito della parassitologia la terapia o un piano di chemioprofilassi sono messi in atto a fronte di una diagnosi precisa (esame copro microscopico) o un rischio di infestazione specifico. La scelta della o delle molecole da utilizzare si deve basare sicuramente sull’ampiezza dello spettro d’azione antiparassitaria, ma deve anche prendere in considerazione l’efficacia, l’indice terapeutico e la facilità di somministrazione, che sono caratteristiche di pari rilievo. È inoltre indispensabile conoscere l’efficacia di un farmaco sui diversi stadi del parassita, la sua azione (esclusivamente “locale” per i farmaci con scarso assorbimento gastrointestinale come il pyrantel, o locale/sistemica per farmaci con buon assorbimento) per scegliere correttamente numero e cadenza dei trattamenti. L’approccio al problema parassitario cambia ulteriormente qualora si programmi correttamente il trattamento antiparassitario con cadenze fisse ripetute adeguate al tipo di parassita, all’ambiente in cui vive il cane o il gatto e al loro stile di vita (come suggerito dalle linee guida ESCCAP). In quest’ambito, al di là della scelta della molecola, un ruolo determinante è svolto dalla valutazione della compliance del proprietario e dall’eventuale presenza di problemi o rischi concomitanti che suggeriscano l’uso di molecole o associazione con spettro ampio. È comunque indispensabile per ogni farmaco disponibile sul mercato, non limitarsi a conoscere il nome del brand ed associarlo ad uno spettro (“questo farmaco copre tutti i “Parassiti Gastrointestinali “ad esempio), ma conoscere la farmacocinetica e farmacodinamica dei principi attivi, esattamente come avviene per gli antibiotici nei confronti delle patologie ad eziologia batterica. Fig. 1 - Uovo di Toxocara canis 4 - Il diverso rapporto che si sta instaurando con gli animali d’affezione può contribuire a ricadute sulla salute umana per quanto concerne i parassiti zoonosici? Certamente. È importante considerare non tanto e solo la convivenza del cane e del gatto nell’ambito dello stesso ambiente domestico ma piuttosto l’aspetto globale della loro convivenza con l’uomo nello stesso ambiente, particolarmente quello urbano. Probabilmente l’antropozoonosi più insidiosa per frequenza, gravità ma anche sottostima da parte dei medici umani è la “Sindrome da larva migrans” causata da ingestione di uova larva di Toxocara canis e cati. Il rischio non è legato al convivere strettamente con un cane o un gatto ma alla frequentazione di ambienti (parchi, giardini) altamente contaminati. Si stima che a livello Europeo dal 3 al 8% della popolazione abbia un titolo anticorpale positivo (abbia quindi ingerito accidentalmente uova) per Toxocara sp. Il ruolo del medico veterinario (poiché è impensabile un’azione di decontaminazione con agenti fisici/chimici) sta nel promuovere un responsabile atteggiamento civico (rimozione delle deiezioni) ma soprattutto evitare che cani e gatti (siano essi giovani o adulti) contaminino l’ambiente stesso attraverso trattamenti mirati e pianificati costanti lungo il corso di tutta la vita. Esistono altre zoonosi da parassiti Gastrointestinali in Italia che possono essere sporadiche, accidentali e di gravità lieve (Dipylidium caninum per ingestione di pulci infestanti, specie nei bambini), non frequentissime ma gravi (Echinococcus granulosus per il quale il mancato controllo delle abitudini alimentari del cane e l’assenza di una chemioprofilassi nelle aree endemiche riveste un ruolo centrale) o solo a potenziale futura diffusione (Echinococcus multilocularis per il quale il gatto potrebbe svolgere un ruolo da ponte verso l’uomo se si creasse in ambito peri-urbano condizioni per il ciclo del parassita). Anche in questi casi il ruolo e l’attenzione del medico veterinario sono fondamentali in termini di prevenzione. 5 - Esistono parassiti gastrointestinali sopravalutati o sottovalutati per il loro impatto clinico? Tra i parassiti gastrointestinali Giardia duodenalis è il più sopravvalutato, indagato e discusso in medicina veterinaria, in parte per la facilità nella diagnosi (estrema sensibilità e facilità d’uso dei test antigenici sulle feci), in parte per la facilità di re infestazione (oocisti infettive appena emessa nell’ambiente esterno) ed in parte per il suo supposto potenziale ruolo zoonosico. Giardia duodenalis è difficilmente un enteropatogeno primario. Probabilmente in presenza di infestazioni massive (ed in coabitazione con altri agenti infettivi) nei soggetti di giovane età la giardiosi può indurre segni clinici come diarrea, dimagramento ed algia addominale. Nei pazienti adulti con diarrea (sia acuta che cronica) invece il rilevare la Giardia non deve essere confuso con l’aver individuato la causa del sintomo, in quanto, presumibilmente, nel cane adulto Giardia è un comune elemento del microbioma intestinale. Inoltre il rilevare Giardia in cani e gatti adulti non sintomatici è un reperto molto frequente e non dovrebbe condurre all’esecuzione di un trattamento medico in quanto inutile. Anche nei casi in cui siano rilevati nel cane gli assemblaggi specie-specifici dell’uomo (A I e AII) il rischio zoonosico, ossia la possibilità che siano trasmessi all’uomo, non è stato ancora mai dimostrato. Al contrario i Tricocefali, parassiti responsabili di quadri clinici anche nei cani adulti o anziani, sono spesso sottostimati per le difficoltà diagnostiche legate alla scarsa sensibilità dell’indagine copro microscopica e non sono inoltre inclusi nello spettro di molte molecole o associazioni usate di routine per i trattamenti antiparassitari 6 - L’esame copro microscopico è affidabile per la diagnosi dei parassiti gastrointestinali? L’esame copro microscopico è il principale ausilio diagnostico per identificare i parassiti gastro-intestinali. Deve però essere eseguito in modo adeguato per essere sufficientemente affidabile. Deve essere effettuato su campioni freschi (idealmente prelevati da meno di 1 giorno), con un quantitativo minimo che va da 1 a 3 gr. Per alcuni parassiti (metastrongili polmonari / Giardia duodenalis / Trichuris vulpis) è poi consigliabile raccogliere campioni multipli (usualmente 3 volte a giorni alterni) Tra i parassiti gastro-intestinali comuni il Trichuris vulpis è il nematode che principalmente può sfuggire all’identificazione copro microscopica, anche in presenza di malattia clinica evidente. L’elevato peso specifico delle uova, spesso ad eliminazione intermittente, impedisce la loro flottazione in soluzione non adeguatamente preparate ed il tempo di prepatenza particolarmente lungo (fino a 3 mesi) riducono la sensibilità dell’esame a non oltre il 75%. Per questo motivo nell’iter diagnostico della diarrea cronica riferibile al colon nel cane è consigliabile l’esecuzione di terapia ex-juvantibus con farmaci efficaci. Fig. 2 - Uovo di Ancylostoma caninum7 - Esistono parassiti più pericolosi di altri e verso cui avere maggiore attenzione? Il concetto di pericolosità quando si parla di parassiti gastro-enterici è riferibile a due diversi aspetti: da una parte il rischio zoonosico e dall’altra il rischio che una parassitosi possa compromettere la qualità di vita (o raramente la vita) del cane o del gatto. Relativamente a questo secondo punto, negli ascaridi le migrazioni larvali (microascaridiosi) decorrono quasi sempre in forma asintomatica; ma in corso di elevata carica parassitaria si possono verificare polmonite (e conseguenti segni clinici respiratori), vomito e diarrea. Le gravi infestazioni da parte di parassiti adulti, invece, provocano segni clinici quasi esclusivamente nei cuccioli come: crescita stentata, diarrea, vomito, condizioni scadenti del mantello e crisi epilettiformi per azione sottrattiva di sostanze nutritive (come il glucosio). Nel caso di infestazioni massive, la matassa di vermi adulti può indurre un processo ostruttivo meccanico vero e proprio a livello enterico con conseguente addome gonfio, dolorante, vomito, depressione, ittero (se si verifica ostruzione del coledoco) fino ad arrivare anche a perforazione intestinale e peritonite. In queste condizioni anche il trattamento antiparassitario può essere rischioso in quanto la morte di un numero ingente di parassiti, senza che vengano espulsi, determina oltre a blocchi intestinali parziali o totali, un maggior riassorbimento di sostanze irritanti e pro infiammatorie. Anche Ancylostoma caninum può essere un patogeno grave nel cucciolo. Questo agente è ematofago, un singolo parassita può succhiare fino a 0,1 ml di sangue al giorno e quando l’infestazione è sostenuta da centinaia di parassiti la perdita ematica può essere importante ed indurre grave anemia da carenza da ferro. Infine i Tricocefali possono indurre gravi colonpatie iperemico-emorragiche anche in soggetti adulti massivamente infestati e con anamnesi di diarrea cronica o indurre quadri clinici simili al morbo di Addison. Per quanto concerne invece gli aspetti zoonosici Toxocara sp., forse il nematode gastrointestinale di più comune riscontro nel cane e nel gatto, è responsabile nell’uomo di patologie gravi e frequenti (Sindrome da Larva Migrans Viscerale e Oculare) ma ancora sottostimate nell’ambito della medicina umana e anche veterinaria, mentre Echinococcus granulosus (Idatidosi cistica)ed Echinococcus multilocularis (Idatidosi alveolare) rappresentano un rischio ben conosciuto, specialmente nelle aree classicamente endemiche, ma con rischio concreto di espansione sul territorio nazionale. Al contrario, a dimostrazione di come l’impatto mediatico possa creare allarmismi o disinformazione è bene ricordare che il reale rischio zoonosico di Giardia duodenalis è ancora dubbio negli uomini immunocompetenti e non è considerato comunque significativo dal Center for Disease Control and Prevention (CDG) che non consiglia controlli/trattamenti a scopo di protezione dell’uomo in cani e gatti. 8 - Le parassitosi Gastrointestinali sono oramai scomparse o rivestono un ruolo minimo nelle patologie gastroenteriche? I parassiti gastrointestinali sono tutt’altro che scomparsi nel cane e nel gatto come dimostrano le indagini epidemiologiche ma anche i report dei laboratori che eseguono esami copro microscopici. Sicuramente si è allentata l’attenzione e riduzione del numero di esami effettuati di routine, specie nei soggetti adulti, e conseguente inevitabile riduzione del numero di soggetti positivi rilevati. Per gli aspetti inerenti i quadri clinici bisogna fare un distinguo. Nei cani di giovane età le parassitosi gastroenteriche rivestono un ruolo patogeno rilevante, soprattutto in regime di coinfezione con altri agenti infettivi. Nei cani adulti invece i parassiti gastrointestinali non sono generalmente un fattore primario di patologia. Questo non significa che non possano giocare un ruolo rilevante come fattore copatogeno, soprattutto nei casi in cui il paziente sia sottoposto a eventi stressanti o debilitanti sia di natura fisiologica che patologica (gravidanza, malattie sistemiche concomitanti, terapie con immunosoppressori). Per esempio la Tricuriasi è una parassitosi in grado di indurre segni clinici nei cani adulti e va quindi sempre presa in considerazione ed esclusa prima di eseguire procedure diagnostiche più costose ed invasive come l’endoscopia. 9 - La convivenza di più cani e gatti come contribuisce a variare la diffusione dei parassiti gastrointestinali e come influenza l’approccio del medico veterinario? Non vi è dubbio che la presenza di numerosi conviventi modifichi ed aumenti la probabilità di diffusione di parassiti Gastrointestinali. Questo appare ovvio nei confronti di parassiti a trasmissione diretta come Trichuris vulpis che trova la massima diffusione in comunità e canili o ambienti urbani frequentati da molti cani e per il quale si consigliano trattamenti di tutti i soggetti che convivano con un cane infestato e/o piani di chemioprofilassi periodica nei soggetti a rischio (canili, rifugi). Ma lo stesso vale anche per i parassiti con in ciclo indiretto quale Dipylidium caninum. In caso di positività di un soggetto (cane o gatto) tutti i conviventi dovrebbero essere trattati periodicamente almeno fino a che il piano di eradicazione dell’ospite intermedio (pulce) nello stesso ambiente non abbia raggiunto un pieno risultato. Fig. 3 - Capsula proligera di Dipylidium caninum 10 - Quando e come sospettare una parassitosi Gastrointestinale in un cane o in un gatto? La parassitosi gastrointestinali dovrebbero ovviamente sempre sospettate in presenza di segni clinici gastro-enterici. La presunzione di malattia parassitaria nel medico veterinario e anche nel proprietario è “storicamente” molto più elevata nei cuccioli, ma qualsiasi iter diagnostico anche nei soggetti adulti con diarrea acuta o cronica dovrebbe iniziare con accurato esame copro microscopico. Come le patologie urinarie non possono prescindere da un esame chimico fisico delle urine è impensabile che una patologia gastroenterica non comprenda come primo step la ricerca di parassiti gastroenterici. Tra i dati anamnestici che portano al sospetto di parassitosi ci sono il contatto/convivenza con altri animali o con ambienti frequentati da altri animali o anche solo il libero accesso all’ambiente esterno che nel cane è fisiologico ma che ha luogo anche solo sporadicamente in molti gatti considerati “indoor”. Anche alterazioni non classicamente gastroenteriche quali quelle dell’emogramma (anemia microcitica ipocromica) pur in assenza di una chiara alterazione delle feci possono essere espressione di anemia da carenza di ferro per la presenza di parassiti ematofagi. Così come una condizione di iperoesinofilia devono essere indagate escludendo in primis la presenza di nematodi gastro intestinali. In corso di diarrea cronica (anche del cane adulto) la presenza di inversione elettrolitica (riduzione del rapporto Na+/K+) impone di escludere le parassitosi del colon (Trichuris vulpis in primis ma anche Prototheca sp) spesso causa di quadri simil Addisoniani. Indagini più specifiche che esulino dalla copromicroscopia (PCR, esame culturale) si rendono necessarie in caso di patologie come quelle indotte da Tritrichomonas foetus nel gatto in cui anche la partecipazione a mostre feline o la permanenza in pensioni, allevamenti sono fattori predisponenti dal punto di vista epidemiologico, quando uno o più soggetti presentino diarrea riferibile a colonpatia. Immagine di copertina - Uovo di Trichuris vulpis Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Zecche e pulci vengono spesso scambiate, ma in realtà sono solo accomunate dal fatto di essere parassiti primari ematofagi, cioè che si nutrono del sangue del loro ospite, e vettori di altre patologie.Le pulci sono ditteri ematofagi, con sei zampe e capaci di compiere dei salti e di muoversi velocemente nel mantello per la forma affusolata, le zecche invece sono aracnidi con otto zampe e le loro dimensioni, a seconda dello stadio biologico e della specie, variano da qualche millimetro fino a quelle di una nocciola nel caso delle femmine adulte ingorgate di sangue.Nonostante i proprietari di animali da compagnia pensino che la presenza delle zecche si concentri maggiormente nei mesi più caldi, come primavera ed estate, il rischio della presenza di questi parassiti è presente tutto l’anno in quanto la maggior parte di essi vive in ambienti in cui non solo vi sono condizioni climatiche ottimali ma anche ospiti ideali da parassitare.A conferma della non stagionalità delle zecche, una recente survey che ha coinvolto 64 province italiane e 153 strutture veterinarie, ha evidenziato come il 45,7% dei cani che afferiscono agli ambulatori veterinari siano infestati da zecche, senza che i proprietari se ne siano accorti e alcune specie, come Ixodes ricinus, siano presenti e attive tutto l’anno anche nelle regioni del Nord Italia.Nel cane e nel gatto, ma anche nell’uomo, la zecca non induce alcuna sensazione di fastidio, pertanto può svolgere la sua azione passando completamente inosservata ed oltre, in caso di infestazioni massive, poter indurre anemie gravi, è responsabile della trasmissione di numerosi agenti patogeni (Tick Borne Diseases).Malattie trasmesse da zecche (TBD) di più frequente riscontro nel cane e nell’uomo in ItaliaCane- Babesiosi (Babesia canis canis, Babesia canis vogeli)- Ehrlichiosi (Ehrlichia canis)- Anaplasmosi (Anaplasma phagocytophilum, Anaplasma platys)- Hepatozonosi (Hepatozoon canis)Uomo- Febbre bottonosa del Mediterraneo (Rickettsia conorii)- Borreliosi di Lyme (Borrelia burgdorferi) Fig. 1 - Patogeni del cane identificati in cellule ematiche. In termini di biomassa, in Italia, i principali generi di zecche sono Rhipicephalus spp. che rappresenta il 27,5% delle zecche riscontrate nei cani infestati da zecche in nord Italia e nel 36,1% dei cani infestati nel centro-sud. Una distribuzione inversa è invece caratteristica del genere Ixodes riscontrato nel 25,6% e nel 10,8% dei cani rispettivamente nelle regioni settentrionali e del centro-sud Italia.I generi Dermacentor e Haemaphysalis, seppur abbondanti negli ambienti silvestri, sono riportati rispettivamente nello 0.6% e 0,2% dei cani infestati da zecche a fronte di Rhipicephalus sanguineus, riscontrato nel 63,6% dei cani infestati da zecche, seguito da Ixodes ricinus (30,6%) e I. hexagonus (5,6%).La “zecca tipica del cane” (Rhipicephalus sanguineus), vettore di malattie come Babesiosi ed Ehrlichiosi, può vivere invece nei pressi delle abitazioni - specialmente nelle crepe e nelle fessure dei pavimenti - in climi asciutti o aridi.Questa zecca tende ad aggredire l’ospite sugli arti, infatti è di comune ritrovamento soprattutto a livello degli spazi interdigitali.Il motivo per il quale può essere presente tutto l’anno è che nelle cucce o nelle gabbie degli animali può sopravvivere a basse temperature per diversi mesi senza nutrirsi e in alcuni ambienti, come i canili, può essere presente con densità elevata causando vere e proprie infestazioni massive con rischio di gravissime anemie.La “zecca dei ricci” (Ixodes hexagonus), infine, è meno frequente delle precedenti, sebbene sia diffusa in tutto il territorio italiano, ma si trova principalmente sui ricci che, frequentando orti o giardini, possono disperdere queste zecche favorendo l’infestazione a loro volta in cani e gatti. Fig. 2 - Femmina adulta di Rhipicephalus sanguineus ingorgata di sangue dopo il pasto di sangue. Prevenzioni: i farmaci ectoparassiticidi Utilizzare un farmaco attivo nei confronti delle zecche sugli animali da compagnia è sicuramente il miglior rimedio, ma come sceglierlo?Il farmaco ideale è quello in grado di determinare la morte della zecca (Speed Of Kill) entro otto ore dal momento in cui abbia iniziato il pasto di sangue, bloccando quindi la possibile trasmissione di patogeni che avviene durante la fase rapida di assunzione del sangue, quando la zecca rigurgita sulla ferita la parte liquida trattenendo i nutrimenti ematici.Tra questi, i farmaci antiparassitari ad azione locale (in formulazione spot on, collari e spray) che si disperdono nel biofilm cutaneo senza essere assorbiti annoverano tra i vantaggi quello di non interagire con altri farmaci assunti dall’animale e la possibilità di agire per contatto, espletando un’azione repellente, ma potrebbero non garantire una copertura completa di alcune aree corporee dell’animale, come le zampe.I farmaci antiparassitari ad azione sistemica (in formulazione spot on o per via orale) consentono invece una copertura di tutte le aree corporee dell’animale e rimangono efficaci nonostante lavaggi intensi o bagni.La protezione migliore si ottiene abbinando entrambe le tipologie di farmaci seguendo il consiglio del proprio Medico Veterinario.Vi sono alcuni accorgimenti importanti accorgimenti da mettere in atto, (validi sia per il cane sia per l’uomo) soprattutto se si passeggia in campagna o in montagna in questa stagione.Dopo ogni passeggiata, soprattutto se svolta in aree boschive o in cui l’erba è particolarmente alta, è bene ispezionare cute e mantello dell’animale a livello degli spazi interdigitali, delle ascelle, del collo, della testa e delle zone peri auricolari.Nel caso si trovasse una zecca, bisogna afferrarla il più vicino possibile al rostro e alla cute dell’animale, staccarla poi con una pinza sottile o con la punta delle dita - a patto che la mano sia provvista di un guanto - con delicata trazione avendo cura di non schiacciarla.L’eventuale permanenza del rostro nella cute dell’animale non costituisce un problema poiché viene rigettato in modo spontaneo. La stessa cosa vale nell’uomo con una ispezione accurata di tutta la superficie corporea, specie considerando che le forme larvali hanno dimensioni molto piccole, spesso difficili da essere rilevabili.Dopo aver rimosso la zecca dalla cute dell’animale o dalla propria sarebbe meglio conservarla in una piccola provetta contenente alcool non denaturato a 95 gradi (alcool ad uso alimentare) perché, in caso di comparsa di sintomi, ciò rende possibile la ricerca di eventuali patogeni direttamente sulla zecca stessa.Infine, nel tentativo di rimozione è importante evitare di cospargere la zecca con alcool, olio, o farmaci antiparassitari prima di asportarla perché ciò favorisce il rigurgito agonico della zecca stessa e l’immediata trasmissione di patogeni.I proprietari, invece, dovrebbero utilizzare stivali o scarpe che coprano caviglie e parte della gamba durante le passeggiate negli ambienti boschivi con i propri amici a quattro zampe, specie se frequentati da ungulati selvatici (come cervi e caprioli) per il rischio potenziale di trasmissione della malattia di Lyme o o delle Febbre bottonosa del Mediterraneo molto diffusa in Italia.È importante ispezionare tutta la superficie corporea al termine della passeggiata e, nel caso venga trovata una zecca, rimuoverla con le modalità descritte sopra avendo cura di conservarla e avvisando successivamente il medico o rivolgendosi a un reparto ospedaliero per la cura delle malattie infettive.Le immagini Fig. 1 e Fig. 2 sono gentilmente concesse dall'Autore.Immagine di copertina: Ispezione del mantello di un cane dopo una passeggiata. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Leishmania infantum è un parassita dei flebotomi (pappataci) all’interno dei quali avviene la riproduzione sessuata. I flebotomi sono ditteri ematofagi volanti prettamente stagionali. In Italia si ritiene che siano attivi da fine aprile ad inizio dicembre nelle regioni più calde. Non sono in grado infatti di sopravvivere al freddo se non come uova e talvolta stadi larvali. Questo implica la necessità per il parassita di trovare un ospite ideale da infettare per sopravvivere durante la stagione invernale ed infettare le nuove generazioni di flebotomi che si schiudono in primavera. Il cane che sostanzialmente agisce come “capsula del tempo” può, in seguito, andare incontro a malattia, anche grave, come conseguenza di una risposta alterate (eccessiva ed inefficace). Oltre alle zone considerate classicamente endemiche (Italia centro meridionale, regioni litoranee ed Appenniniche) L. infantum è stata segnalata ripetutamente anche in aree ritenuti indenni in passato (Pianura Padana) e ad oggi si può affermare che tutta l’Italia è potenzialmente a rischio per questo parassita. È importante quindi sapere come proteggere i nostri cani, sia che vivano in un’area a rischio, sia che la frequentino durante il periodo che va da dine aprile ad inizio dicembre Come ogni tipo di Prevenzione possiamo considerare 3 tipi di Prevenzione: Primaria che consiste nell’evitare il contagio con il patogeno (in questo caso i pappataci che lo tramettono (anche se c sono altre modalità di trasmissione come materno fetale, veneree e tramite trasfusioni di sangue) Secondaria che consiste nel proteggere nel momento in cui avviene il contatto con il Patogeno Terziaria che consiste nel proteggere la popolazione che vive nelle vicinanze del cane Le specie di Flebotomi responsabili della trasmissione in Italia sono P. perniciosus (il più frequente) P. perfiliewi, P. neglectus e P. ariasi. Si tratta di specie che sono attive solo di notte, dal crepuscolo all’alba con un picco di attività tre le ore 23 di sera e le 2 del mattino, ma che sono esofile ed esofagiche. Non entrano quindi nelle nostre abitazioni e se vi entrano non effettuano il pasto di sangue! Tenere il cane in casa nella stagione a rischio e durante il periodo di attività dei pappataci è sicuramente il metodo di prevenzione primaria più sicure ed efficace. Poiché spesso ciò non è possibile, specie nelle prime ora della sera la seconda misura che deve esser utilizzata si basa sull’uso di sostanze eccito-repellenti come i piretroidi sintetici che non impediscono ai pappataci di posarsi sul mantello dei nostri cani, ma che ne inibiscono la possibilità di pungere nella nella stragrande maggior parte dei casi. Questi farmaci sono reperibili in diverse formulazioni (dai collari agli spot on) che presentano vantaggi e svantaggi in relazione alla taglia e abitudine del cane. È importante quindi che siano indicati per ogni singolo soggetto dal medico veterinario. Altre sostanze sono utilizzate come repellenti propriamente detti (impediscono cioè di avvicinarsi al cane) ma per le caratteristiche di pelo e mantello nel cane hanno una azione molto breve come l’azadiractina (Olio essenziale di Neem 2-5% in olio di cocco o mandorle) o nulla (Citronella). Possono quindi affiancare i piretroidi sintetici ma non certo sostituirli. La prevenzione secondaria non sostituisce quella primaria e consiste nell’utilizzazione di un vaccino contente una proteina ricombinante che non è in grado di prevenire l’infezione ma riduce sensibilmente la possibilità che un cane una volta infettato sviluppi una forma clinica della malattia. La prevenzione primaria è importante anche nei i cani che si sa siano già stati infettati perché è dimostrato che punture ripetute di flebotomi infetti destabilizzano il sistema immunitario ed aumentano la probabilità che il cane nel tempo sviluppi quadri clinici. Il vaccino invece deve essere somministrato solo a cani che siano risultati negativi ai test di screening. Per i cani infetti (che attirano più facilmente i pappataci) è importante anche mettere in atto una forma di prevenzione terziaria per proteggere i cani conviventi assieme al nucleo famigliare. La classe di farmaci più utile in questo senso sono le isoxazoline, una classe di antiparassitari ad azione sistemica che uccidono rapidamente tutti gli ecto-parassiti ematofagi (pulci, zecche, flebotomi) impedendo quindi ai flebotomi che abbiano superato la barriera della prevenzione primaria di infettarsi e contagiare soggetti vicini qualora abbiano punto il cane. Anche in questo caso il Medico veterinario è la persona più indicata per scegliere, in base alle diverse caratteristiche di ogni soggetto, la molecola e le modalità di somministrazione più adatte. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Spesso, per diagnosticare od escludere alcune patologie, il Medico Veterinario potrà eseguire un esame bioptico ovvero un prelievo, eseguito con differenti tecniche, di cellule o di tessuto del paziente al fine di effettuate un esame citologico o istologico.Vediamo nello specifico le differenze fra esame citologico ed esame istologico nel cane e nel gatto.Esame CitologicoLa citologia è quel ramo della biologia che si occupa dello studio della struttura e delle funzioni delle cellule come unità individuali ed è complementare alla istologia che studia le cellule come componente di un tessuto.La citologia diagnostica (citopatologia) ha invece lo scopo di identificare un quadro patologico o di indicare ulteriori procedure diagnostiche per arrivare ad una diagnosi definitiva ovvero di indirizzare verso un determinato approccio terapeutico.Il prelievo per un esame citologico può può essere eseguito tramite tecniche diverse sia nel cane che nel gatto: - Citologia ago-aspitariva detta anche Ago-Biopsia: in questo caso il prelievo viene eseguito tramite siringa con ago sottile- Citologia esfoliativa: in questo caso le cellule vengono prelevate mediante tecniche di scarificazione, spazzolamento, o con un tamponeMediante la prima tecnica (Ago-Biopsia) è possibile ottenere campioni diagnostici sia da neoformazioni superficiali come mammella, nodulo cutaneo, linfonodi superficiali che da organi/neoformazioni profonde per esempio -quali tiroide, ghiandole salivari, polmone, fegato, pancreas, milza, linfonodi profondi, come pure versamenti (raccolte di liquido) addominali o toraciche. In questi casi il medico veterinario potrà utilizzare strumentazioni che permettano di guidare con precisione l’ago per effettuare il prelievo (Ecoguida o Guida TAC).Mediante scarificato, spazzolamento o tampone si possono eseguire prelievi da superfici esterne come per esempio prelievi dalla congiuntiva, cute, orecchie o eseguire strisci vaginali (per esempio per stabilire il periodo di estro nella cagna)Le cellule aspirate/esfoliate vengono depositate su un vetrino, delicatamente strisciate e lasciate essiccare all’aria e successivamente inviate al laboratorio dove verranno colorati e osservati al microscopio oppure letti direttamente dal medico che ha effettuato il prelievo.I vantaggi dalla biopsia con ago fine sia nel cane che nel gatto sono numerosi :- Rapida esecuzione- Prelievi senza sedazione- Ripetibilità del campionamento- Ben tollerata dal paziente- Minima possibilità di complicanze (es emorragie) anche per prelievi da organi profondi (es milza) - Elevata potenzialità diagnostica se letta da operatori esperti - Ridotto costoGli svantaggi ed i limiti sono pochi e limitati a prelievi di campioni con scarsa cellularità il chè può accadere quando il tessuto oggetto del prelievo non rilascia un numero adeguato di cellule per emettere una diagnosi e dovrà essere richiesta una ripetizione del prelievo o si opterà per tecniche differenti di prelievo come la “biopsia per esame istopatologico”. Fig. 1 - Prelievo con ago sottile per "citologia ago-aspitariva" detta anche Ago-Biopsia. Esame IstopatologicoLa biopsia per esame istopatologico consiste nel prelevare una porzione di tessuto da inviare in adeguato liquido di conservazione al laboratorio di referenza dove verrà opportunamente processata per essere letta al microscopio.Le biopsie per istopatologia possono essere distinte in :- Ago-biopsia: (eseguite tramite appositi aghi che trattengono piccoli frammenti di tessuto) per mezzo di Eco-Guida o Guida-Tac da organi quali profondi quali fegato, tiroide, prostata.- Biopsia escissionale: si rimuove completamente il nodulo, neoformazione, tessuto sospetto con una porzione di tessuto normale circostante generalmente di almeno 10 millimetri.- Biopsia incisionale: viene eseguita quando non è possibile eseguire una biopsia escissionale perché la lesione è troppo estesa o l’esito della biopsia stessa non permetterebbe un normale avvicinamento dei margini del prelievo.Una particolare tecnica bioptica che si può considerare incisionale viene utilizzata in dermatologia per la diagnosi di varie patologie infiammatorie o neoplastiche tramite l’utilizzo di punch per biopsia (in pratica un bisturi circolare con manico - vedi foto) che permette biopsie multiple e poco invasive. Generalmente il diametro di questo tipo di bisturi è di 4-6 mm.Il vantaggio della biopsia per esame istopatologico rispetto alla Ago-Biopsia con Ago fine per esame citopatologico, sia nei cani che nei gatti, è fondamentalmente rappresentato da una potenzialità diagnostica superiore che permette di avere una diagnosi, prognosi e approccio terapeutico migliore.Gli svantaggi delle biopsie per istopatologia si possono cosi riassumere:- Sedazione o anestesia del paziente (cane o gatto) in genere necessarie per eseguire le biopsia di organi profondi (es fegato).- Possibilità di complicanze (emorragia) per prelievi da organi profondi, complicanze non frequenti ma possibili per le quali spesso si richiede un day-hospital per monitoraggio del paziente.- Le biopsie dermatologiche, nei cani, richiedono per le aree più facilmente accessibili e paziente collaborativo anestesia locale o generale per biopsia in aree più complicate (es tartufo). Nei gatti invece la biopsia richiede sempre sedazione/anestesia.- Applicazione di punti di sutura nelle biopsie cutanee.- L’esecuzione dell’esame istopatolgico richiede tempi tecnici più lunghi.- Costi di esecuzione più alti per esami preoperatori (biopsie profonde) e sedazione/anestesia e processazione di laboratorio.La Biopsia per esame istopatologico rappresenta chiaramente il punto di riferimento per la diagnosi di patologie infiammatorie o neoplastiche sebbene l’esame citopatologico ottenuto per Biopsia con ago fine (ago aspirato) rappresenta una valida alternativa in considerazione della rapidità di diagnosi basso impatto sull'animale e ridotto costo. “DVM, Master in Ematologia Di Laboratorio, Consulente Mylav in Dermatologia, Patologia Clinica"Dr. Carlo PorettiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
L’ esame citologico e istologico sono essenziali per la formulazione od esclusione di una diagnosi in molti ambiti della medicina umana e veterinaria. Sempre più frequentemente il Medico Veterinario ricorre ad una biopsia citologica e/o istologica per confermare o escludere un determinato processo patologico a carico di un organo o di un tessuto (ad esempio il fegato, la cute, l’osso, ecc.). Perchè il Medico Veterinario deciderà di eseguire una Biopsia per Citologia o Istologia? Esame citologico o istologico, nel cane, gatto o cavallo, vengono eseguiti sempre più frequente in ambito Veterinario in quanto permettono, di effettuare una diagnosi accurata o di escludere altre patologie: questo step è essenziale per poter giungere ad una diagnosi definitiva, che a sua volta è determinante per indirizzare le scelte terapeutiche e i controlli successivi. Sulla base dei sintomi, degli esami di laboratorio e delle lesioni evidenziate, il medico Veterinario valuterà se eseguire un prelievo bioptico (biopsia) per esame citologico o Istologico. Cosa si intende per esame citologico? L’esame citologico (ovvero uno studio microscopico delle cellule presenti in un campione) viene effettuato su campioni costituiti da cellule prelevate solitamente mediante Ago Aspirato (biopsia con ago-fine), depositate su un vetrino, delicatamente strisciate e lasciate essiccare all’aria o con altri metodi di fissazione chimica. Come si effettua il prelievo per esame citologico? Diverse tecniche possono essere utilizzate. La tecnica più diffusa ed efficace è rappresentata dall’ ago spirato. In alcuni casi si ricorre invece a prelievi per scarificazione o spazzolamento del tessuto o utilizzo di tamponi (es. in vagina, congiuntiva, cute, ecc). L’agoaspirato (biopsia con ago-fine ) permette di ottenere campioni da organi superficiali come la cute (es noduli, molto comuni nei cani e nei gatti) o profondi/interni quali il fegato, la milza, la prostata, i polmoni e così via. Esempio di Ago-Biopsia con Ago fine (Ago Aspirato) Fig. 1 (sinistra) - Ago aspirato.Si localizza il nodulo/lesione, si inserisce l’ago e si fanno movimenti di aspirazione cercando di variare la direzione dell’ago per ottenere un campione il più abbondante possibile. Quando si vedrà penetrare il materiale nell’ ago si rilascia lo stantuffo, si estrae l’ ago e il materiale prelevato viene poi distribuito su in vetrino, strisciato e successivamente colorato con specifici kit per la citologia, quindi osservato al microscopio da un Medico Veterinario esperto in questo settore diagnostico. Fig. 2 (destra) - Cellule di Linfondo.Esempio di campione per esame citologico. Il campione è costituito da cellule distribuite singolarmente che analizzate nel dettaglio permettono di emettere una diagnosi o escluderne altre potenziali. Ago-Aspirato (Ago-biopsia) è un esame doloroso? Pericoloso? Si tratta di una tecnica semplice, ben conosciuta dal Medico Veterinario e ben tollerata dai cani e anche dai gatti. L’ago-biopsia con ago fine (Ago-Aspirato) è di rapida esecuzione, non richiede sedazione tranne in casi particolari, nella stragrande maggioranza dei casi è indolore e senza complicanze, anche in caso di prelievi per Ago-Aspirato di organi profondi/interni. Ago-Aspirato è Sempre Diagnostico? La Biopsia per Citologia, nel cane e gatto, sebbene abbia una elevata potenzialità, non è sempre diagnostica in quanto, indipendentemente dalla tecnica ed esperienza del Medico Veterinario che esegue il campionamento, i prelievi potrebbero non contenere un numero sufficiente di cellule per formulare una diagnosi citologica definitiva. Nel caso in cui un campione citologico non fosse diagnostico, si può ripetere l’ Ago-Aspirato-Biopsia con Ago Fine, trattandosi di una procedura semplice, oppure ricorrere alla Biopsia per esame Istologico che invece è un po’ più invasiva, indaginosa e costosa. Biopsia per esame istopatologico: che cos’è? La biopsia per istologia a differenza dell’ Ago-Biopsia per esame citologico, consiste nel prelievo, da parte del Medico Veterinario, di una porzione di tessuto (sia in cani, gatti che in altre specie) che verrà inviato in adeguato liquido di conservazione al laboratorio di referenza, dove verrà opportunamente processata per essere letta al microscopio da un patologo Veterinario specializzato. Biopsia per esame istologico: come si esegue? Diverse tecniche di prelievo possono essere utilizzate in base al tessuto da prelevare e alle indicazioni cliniche. L’ago biopsia tramite un ago di grosse dimensioni e calibro, può trattenere un frammento di tessuto (ad esempio dal fegato). Per “Biopsia escissionale” si intende un prelievo chirurgico in cui si rimuove completamente il nodulo, neoformazione, tessuto o organo sospetto (ad esempio un intero linfonodo). Per “Biopsia incisionale” si intende un prelievo spesso ottenuto con bisturi specifici (punch per biopsia o bisturi chirurgici) di piccole dimensioni (4-6 mm di diametro ad esempio per i “punch” cutanei) , utilizzati soprattutto dal medico Veterinario per effettuare biopsie cutanee nei cani gatti o altre specie. Quali controindicazioni alla biopsia per istologia? In base al tessuto da prelevare il Medico Veterinario valuterà se eseguire sedazione o anestesia oppure possa essere sufficiente una anestesia locale. Nei cani è possibile eseguire biopsia cutanea in anestesia locale in soggetti collaborativo in aree facilmente accessibili ovvero anestesia generale per distretti più complicati; la biopsia per istologia in un gatto richiederà quasi sempre una sedazione/anestesia, in quanto trattasi di una specie molto meno maneggevole del cane; vengono poi applicati solitamente dei punti di sutura che andranno rimossi; le biopsie da organi profondi possono richiedere il ricovero giornaliero. L’esame istologico è sempre diagnostico? Premesso che nessun esame di per sé è in grado di offrire la diagnosi di una malattia sempre e con assoluta certezza, l’esame istologico rappresenta per il Medico Veterinario il mezzo più diretto e accurato, seppure un po’ invasivo, per arrivare alla diagnosi di determinate patologie neoplastiche, degenerative, infiammatorie e così via. Sulle biopsie effettuate si possono inoltre effettuare indagini molto approfondite (es: colorazioni immunistochimiche, analisi genetiche/molecolari etc.) che nella stragrande maggioranza dei casi permettono di avere una diagnosi definitiva e molto accurata. In Medicina Veterinaria l’impiego di Biopsia con Ago Fine (Ago-Aspirato) o di Biopsia per esame istologico sono sempre più diffuse, possono essere effettuate in tutte le specie animali ( cani ,gatti ,Cavalli, Bovini, animali esotici, volatili etc), sono di facile e sicura esecuzione, non richidono da parte del medico Veterinario attrezzature particolari e rappresentano il metodo più rapido ed economico per definire l’ origine di una patologia neoplastica, infiammatoria o di altra derivazione. “Med. Vet; MS Ematologia di Laboratorio (SIMEL); Esperto Mylav”Dr. Carlo PorettiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Che cos’è l'esame istologico in medicina veterinaria? L’esame istologico è uno strumento diagnostico che prevede l’analisi di un campione di tessuto ad opera di un medico veterinario esperto e/o specializzato in anatomia patologica veterinaria. Il campione esaminato viene visualizzato al microscopio o su uno schermo. In questi ultimi anni infatti si stanno diffondendo sistemi di scansione che trasformano l’immagine del microscopio in un file digitale visualizzabile tramite un computer. A cosa serve? L’esame istologico ha l’obiettivo di fornire la diagnosi della patologia nel campione esaminato. L’istopatologo che esamina il preparato istologico produce un referto da fornire al medico veterinario. Il referto include la diagnosi ma anche altre informazioni, per orientare la gestione clinica del paziente in base alla patologia diagnosticata: terapia, monitoraggi, ulteriori accertamenti diagnostici necessari. Su che tessuti può essere eseguito? L’esame istologico si può eseguire su qualsiasi tipologia di tessuto: dal nodulo asportato dalla cute al campione bioptico millimetrico prelevato da un organo interno o una cavità corporea (come quella nasale). Cosa contiene il referto Oltre alla diagnosi, il referto contiene una descrizione del quadro microscopico osservato dall’istopatologo. Nella descrizione sono presenti molte informazioni, alcune delle quali di particolare importanza in funzione del processo patologico/tipo di campionamento. In caso di asportazione completa di una lesione, un elemento particolarmente rilevante è la valutazione dei margini di escissione. In caso di neoplasia informazioni su parametri morfologici e/o sul grado di proliferazione cellulare (numero di mitosi/conta mitotica/indice mitotico) possono avere rilevanza nel definire la prognosi. Tempi di lavorazione del campione e refertazione Il tempo che intercorre tra il campionamento all’ottenimento del referto è variabile. Da un minimo di 2-3 giorni fino a qualche settimana.La tempistica può variare in funzione di vari fattori: 1) fattori logistici: tempo che intercorre dal campionamento al conferimento al laboratorio; 2) fattori tecnici: tempo di fissazione di campioni, necessità di decalcificare campioni che contengono tessuto osseo; necessità di eseguire maggiori sezioni e campionamenti per lesioni di complessa valutazione; 3) “complessità” del caso clinico che può richiedere maggior tempo di osservazione, consulto con altri patologi, ricerca bibliografica. Limiti dell’esame istopatologico Come tutti le tecniche diagnostiche l’esame istopatologico ha grandi potenzialità e vantaggi, ma anche limiti che possono dipendere da fattori tecnico-strumentali (tipo e qualità del campionamento) o fattori biologici (tipo di tessuto, tipo di processo patologico). Scarsa fissazione e autolisi I campioni di tessuto che sono destinati all’esame istopatologico saranno posti in un apposito liquido “fissante” che ha la funzione di evitare al tessuto di colliquarsi o seccarsi. Infatti un campione non adeguatamente “fissato" può non essere valutabile e quindi non essere utile per diagnosi. Quantità La quantità di tessuto esaminato può influire sulla qualità della diagnosi. E’ abbastanza intuitivo comprendere che, l’esame di campioni tissutali di dimensioni molto piccole potrebbero non contenere sufficienti informazioni per arrivare alla diagnosi definitiva. Allo stesso tempo i campionamenti bioptici microscopici hanno il grande vantaggio di consentire il raggiungimento dell’organo da campionare con procedure mini-invasive. Fig. 1 - Emangioma cutaneo Diagnosi “non definitiva” Può capitare, non raramente, che la diagnosi riportata nel referto non identifichi in maniera definitiva ed univoca un preciso processo o entità patologici.Questo può essere causato da vari motivi: viene esaminata un certo tipo di neoplasia ma questa può avere aspetti microscopici similari e sovrapponibili ad altre neoplasie e quindi non è possibile definire precisamente di che neoplasia si tratti. alcuni tessuti tumorali possono essere molto simili nella loro variante benigna e maligna, pertanto può non essere possibile discriminare il grado di malignità della lesione. si identifica un processo infiammatorio ma non se ne visualizza/identifica la causa. si esamina un campione parziale della lesione e questo non contiene tutte le alterazioni che permettono di formulare una diagnosi definitiva o contiene alterazioni aspecifiche che sono comuni a processi patologici di varia natura. più processi possono essere comporaneamente presenti e questo complica la valutazione. Inoltre un processo potrebbe “oscurare” l’altro. Esami addizionali L’esame istologico è uno strumento che si inserisce nell’algoritmo diagnostico del medico veterinario curante e che quindi lo integra con i tutti i dati clinici per procedere con la gestione del paziente. L’esame istologico può non fornire una diagnosi completa e l’istopatologo potrebbe suggerire degli esami addizionali da eseguire sul campione già inviato (per esempio indagine istochimica, immunoistochimica, o di biologia molecolare) o su un nuovo campione (per esempio tamponi o biologia molecolare per identificare agenti infettivi) per approfondire e definire la diagnosi. Fig. 2 - MastocitomaIn copertina: esame istologico di mucosa nasale: riniteTutte immagini sono gentilmente concesse dall'Autore“DVM, PhD in Veterinary Science, Diplomata ECVP, EBVS® - European Specialist in Veterinary Pathology (Istologia Generale, Patologia Urinaria, Patologia Ossea, Patologia del Cavo Orale)”Dr.ssa Silvia BenaliAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
TEST GENETICI NEL CANE: COSA SONO ED A COSA SERVONO I test genetici sono strumenti utilizzati al fine di “leggere” particolari sequenze di DNA chiamate geni, per valutare la presenza di modifiche del codice genetico, chiamate mutazioni, che possono in certi casi provocare la manifestazione di malattie genetiche anche invalidanti. Queste mutazioni sono ereditate dai genitori ma non necessariamente la loro presenza indica che un soggetto possa sviluppare una malattia ed a questo proposito intervengono i test genetici, che hanno un duplice effetto ovvero valutare la presenza di mutazioni rischiose, per provare ad avere il miglior approccio terapeutico possibile al fine di alleviare i sintomi della malattia ma anche indirizzare i proprietari a scegliere con consapevolezza eventuali accoppiamenti per evitare che la futura prole possa sviluppare patologie genetiche.COME AGISCONO LE MUTAZIONI DELETERIE Come scritto poc'anzi, le mutazioni sono modifiche del codice genetico che in certi casi possono provocare l’insorgenza di malattie, anche gravi ed invalidanti. Dovete pensare ad un organismo vivente come ad una fabbrica. Questa sarà a sua volta suddivida in reparti (produzione, amministrazione, etc..) ed in ciascuno di essi lavoreranno degli operai, gestiti da dei capi reparto. Tutti insieme mantengono in opera la fabbrica. In queste fabbriche (gli esseri viventi), ogni reparto è un distretto corporeo (i vari organi ed apparati) con gli operai (le cellule) che a loro volta sono gestiti dai capi reparto (i geni). Se i capi reparto (i geni) sbagliano a dare dei comandi, gli operai (le cellule) non saranno in grado di gestire i reparti (i vari organi), creando grossi problemi alla fabbrica, che nel caso degli esseri viventi si traduce con la manifestazione della malattia genetica.COSA SONO I TEST GENETICI PER IL CANE? In generale, un test genetico consiste nel “leggere” la sequenza di DNA che costituisce il codice genetico, per osservare se sono presenti delle modifiche, le mutazioni già discusse. Queste variazioni rendono i geni meno efficaci nel gestire il loro compito ed innescano tutta una serie di sintomi che portano alla manifestazione della patologia genetica. Negli anni le Scienze Veterinarie hanno fatto notevoli passi avanti in tutti i settori, tra cui la genetica.Numerose malattie sono state individuate e correlate a specifiche mutazioni genetiche. Alcune di queste possono essere specifiche per una determinata razza, come ad esempio quella del cistoadenocarcinoma renale nel pastore tedesco, oppure identificate in più razze, come alcune malattie neurodegenerative (un esempio è l’atassia cerebellare).È probabile che nel tempo patologie genetiche associate ad una o poche razze, saranno identificate in un numero sempre maggiore di esse, rendendo questi test sempre più utili nell’eliminare le mutazioni deleterie dalla popolazione canina.QUALI PROBLEMATICHE E PATOLOGIE INDIVIDUANO? Le malattie indotte dalle mutazioni genetiche possono interessare diversi distretti corporei e possono riguardare ad esempio difetti nella coagulazione, come l’emofilia A nel pastore tedesco e la malattia von Willebrand, le malattie metaboliche ed endocrine come la mucopolisaccaridosi e la deficienza di fosfofruttochinasi, ma anche le oculopatie di cui esistono numerosi esempi, tra cui la prcd-PRA, riscontrata in numerose razze canine. Molto importante è la valutazione dei sintomi da parte del Veterinario, così da scegliere il test più appropriato per impostare la terapia più appropriata in caso di presenza di mutazione.PERCHE’ E’ UTILE EFFETTUARE UN TEST GENETICO AL PROPRIO CANE? In certi casi un test genetico potrebbe risultare vitale, soprattutto in certe razze dove alcune mutazioni sono particolarmente frequenti.Per esempio, nel border collie (ma anche diverse altre razze) una terapia farmacologica o antiparassitaria con determinati farmaci potrebbe essere addirittura più dannosa dell’infezione/infestazione stessa. Questo perché è stato dimostrato che la mutazione nel gene MDR1 provoca l’accumulo di alcune categorie di farmaci nel sistema nervoso inducendo reazioni pericolose per la vita del paziente, tra cui reazioni epilettiche. In questo caso il test genetico diventa un utile strumento di prevenzione, ma come già evidenziato, anche l’opportunità di avere una diagnosi precoce in assenza o presenza dei primi sintomi, potrebbe migliorare l’aspettativa di vita del nostro cane.Quindi, uno screening per le più frequenti patologie genetiche per una determinata razza, fatta anche sui cuccioli potrebbe già far emergere eventuali futuri problemi in età adulta e quindi porsi nelle condizioni di agire immediatamente nel momento in cui dovessero manifestarsi i primi segni clinici.I TEST GENETICI POSSONO ESSERE FATTI SOLO AI CANI DI RAZZA? Gli studi per individuare ed associare le mutazioni genetiche alle patologie, sono stati effettuati soprattutto sui cani di razza, che sono sottoposti a criteri di selezione più rigidi al fine di mantenerne gli standard.Questa selezione ha provocato la riduzione della “diversità genetica” (quello che ci rende diversi gli uni dagli altri), rendendo più frequenti le mutazioni e quindi le malattie.Tuttavia, anche i meticci possono manifestare delle patologie genetiche, ma con una frequenza inferiore perché la loro popolazione è geneticamente più variegata e di conseguenza, la possibilità che mutazioni deleterie possano indurre malattie si riduce.Quindi, si, entro certi limiti (e non per tutte le malattie conosciute) anche in questi cani è possibile effettuare test genetici, ma il tutto deve essere sempre valutato dal Medico Veterinario sulla base delle condizioni di salute del cane e di quello che si conosce al momento su una determinata patologia.QUANDO RICHIEDERE AL MEDICO VETERINARIO UN TEST GENETICO PER IL PROPRIO CANE ? I test genetici sono sempre utili come screening pre-accoppiamento, scongiurando così che mutazioni deleterie possano passare ai cuccioli. Questo è un aspetto molto importante, che migliorerebbe di parecchio la salute dei nostri cani di generazione in generazione, riducendo notevolmente i rischi per la loro salute. I test genetici possono risultare fondamentali anche quando si vuole in qualche modo “prevedere” se il proprio cane possa sviluppare o meno una malattia tra le più frequenti per quella la razza. Naturalmente, il risultato deve essere interpretato dal Medico Veterinario, che in base allo stato di salute del proprio paziente interverrà nel modo più consono, garantendogli il miglior benessere possibile. “DVM, PhD, Responsabile settori Biologia Molecolare e Genetica - Esperto MYLAV”Dr. Michele MarinoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Che cosa è l’emoperitoneo per rottura della milza nel cane ? Per emoperitoneo si intende l’accumulo anomalo di sangue nella cavità peritoneale che può essere determinato da diversi fattori, traumatici e non. Tra le cause non traumatiche, la causa più comune è la neoplasia. Quali sono le cause ed i fattori predisponenti di emoperitoneo da rottura della milza nel cane ? Normalmente risultano colpiti cani adulto-anziani. L' età media dei cani al momento della diagnosi è compresa tra 9 e 11 anni e, al momento, non è stata rilevata alcuna predilezione di sesso. Pastori Tedeschi, Labrador Retriever e Golden Retriever sono razze in cui sono state più frequentemente individuate alcune patologie spleniche (emangiosarcoma ed ematoma splenico) che causano emorragia addominale. Quali sono i principali sintomi clinici dell'emoperitoneo nel cane ? I sintomi clinici di emorragia addominale dipendono dalla gravità dell’emorragia e possono essere essere più o meno gravi causando nel cane da depressione ed abbattimento fino ad un grave shock. E’ anche possibile osservare diminuzione dell’appetito fino ad anoressia completa, addome di volume aumentato (appoggiando la mano sulla parete addominale ed eseguendo una lieve compressione si possono notare movimenti ondulatori della parete), dolore addominale, mucose pallide fino a bianche. In caso di qualunque di questi sintomi è indispensabile portare al più presto il proprio cane da un Veterinario. Come si diagnostica un versamento addominale emorragico nel cane ? Dopo la visita clinica, il veterinario potrà richiedere alcuni esami aggiuntivi come per esempio Radiografie addominali ed eventualmente toraciche, Ecografia addominale, esami Ematologici e se presente un versamento addominale potrà essere richiesto anche l’esame del liquido prelevato. Con questi esami il Medico Veterinario potrà confermare la diagnosi di emorragia addominale ed eventualmente diagnosticare la presenza di neoformazioni che interessano la milza o anche altri organi. E’ possibile sapere se la neoformazione è benigna o maligna prima dell’intervento? Purtroppo no. Diversi studi scientifici hanno cercato un metodo efficace per poter avere una diagnosi pre-operatoria attendibile (esami citologici, esami del versamento addominale, ecografia, Tomografia computerizzata), ma senza risultato. Tali esami diagnosticano molti falsi negativi, sottostimando la diagnosi di neoplasia. L' unico modo per avere la diagnosi di certezza è quella di far analizzare il pezzo anatomico rimosso chirurgicamente mediante esame istologico. Intervento chirurgico Per bloccare l’emorragia da rottura di milza nel cane, il Medico Veterinario potrà decidere di stabilizzare il paziente con terapia appropriata e procedere poi ad intervento chirurgico che ha lo scopo di bloccare l’emorragia, il che, molto spesso, prevedere l’asportazione di tutta la milza, soprattutto se è presente una massa. Durante la chirurgia, inoltre, il Veterinario potrà anche eseguire un controllo di tutti gli organi addominali ed effettuare delle biopsie diagnostiche se si riscontrano reperti anomali (esempio biopsie epatiche se si notano noduli sul fegato). Il cane può vivere senza milza, infatti le funzioni svolte dalla milza saranno sostituite da altri organi. Prognosi dell’emorragia addominale da rottura di milza nel cane La prognosi risulta correlata alla durata dell’emorragia, all’esito della chirurgia e dell’esame istologico. La prognosi potrà essere “favorevole” nel caso in cui la lesione splenica sia benigna o al contrario “riservata” (con tempi ridotti di sopravvivenza) in caso di tumori maligni ed in assenza di chemioterapia post operatoria. Nel caso in cui si dovesse trattare di un tumore maligno, si consiglia sempre un consulto con un veterinario oncologo, per poter discutere al meglio delle possibilità mediche correlate alla diagnosi istologica ed allo stadio della malattia in corso. Medicina preventiva La prevenzione della rottura di milza non traumatica può essere determinante per la sopravvivenza del proprio amico cane. In base alla razza ed età del cane il Medico Veterinario consiglierà lo screening periodico più adatto al fine di individuare ed eventualmente studiare le neoformazioni della milza (Rx, Ecografia, TC, citologia, biopsia) e poter quindi agire tempestivamente.Articolo redatto in collaborazione con la Dr.ssa Elisa Olivieri Medico Veterinario “DVM, Dipl. (ECVS) college europeo di chirurgia, GPcert in Endoscopia., GPCert in Cardiologia"Dr. Vincenzo MontinaroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Cos’è la malattia renale cronica del gatto? La malattia renale cronica, anche nota con l’acronimo CKD (dall’Inglese chronic kidney disease) è la patologia più comunemente riscontrata nei gatti di età geriatrica. E’ causata dalla riduzione cronica (più di 3 mesi di durata) e persistente della funzionalità di uno o entrambi i reni. La malattia renale cronica ha un andamento progressivo e irreversibile. Non sempre il grado di perdita di funzionalità è proporzionato all’entità del danno strutturale del rene. Pertanto, è importante l’identificazione precoce della malattia per instaurare una corretta gestione terapeutica e rallentarne la progressione evitando eventuali ripercussioni generali. Cosa causa la malattia renale cronica del gatto? Non sempre è possibile risalire alla causa esatta della malattia renale cronica per cui la malattia viene definita come idiopatica. Tuttavia, diverse sono le possibili cause predisponenti a un danno renale e alla successiva insorgenza di fibrosi e infiammazione interstiziale con conseguente insorgenza di malattia renale cronica. Nel gatto queste includono infezioni batteriche delle vie urinarie alte (pielonefriti), infezioni da virus (come il FIV), ipertensione sistemica, eventi ischemici, assunzione di farmaci nefrotossici o ingestione di tossine, ostruzione delle vie urinarie da calcoli, accumulo di sostanza amiloide (amiloidosi renale), tumori renali ed infine anomalie congenite (come il rene policistico). Nonostante la presenza di una causa sottostante, spesso la diagnosi viene fatta tardivamente quando la malattia è già in uno stadio avanzato ma la causa scatenante non è più presente. Qual è la prevalenza della malattia renale cronica del gatto? Si stima che circa il 30-40% dei gatti di età superiore ai 10 anni sia affetto da malattia renale cronica.Diversi studi scientifici hanno riportato una predisposizione di razza per la malattia con Main Coon, Abissino, Blu di Russia, Burmese e Siamese soggetti a un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Quali sono i sintomi tipici della malattia renale cronica del gatto? Negli stadi iniziali della malattia il gatto affetto da malattia renale cronica può essere del tutto asintomatico. Quando presenti i sintomi riportati sono diversi e includono: Aumento della sete e della urinazione (poliuria e polidipsia) Perdita di peso Appetito altalenante Sintomi gastrointestinali intermittenti (nausea, vomito, diarrea) Negli stadi avanzati o terminali ai sintomi sopracitati possono aggiungersi Anoressia (perdita dell’appetito) Letargia Alito uremico Ulcere orali e stomatiti Pallore delle mucose Come faccio sapere se il mio gatto ha la malattia renale cronica? La presenza di malattia renale cronica viene sospettata in presenza di sintomi compatibili in un gatto di età avanzata. Tuttavia, spesso la diagnosi viene fatta accidentalmente in corso di indagini diagnostiche preventive o effettuate prima di una anestesia generale o procedura elettiva (come ad esempio pulizia o estrazione dentali). Perchè sono importanti gli esami di laboratorio per la diagnosi di malattia renale cronica del gatto? La diagnosi di malattia renale cronica viene tipicamente emessa dopo aver riscontrato i segni di insufficienza renale negli esami di laboratorio su sangue ed urine. Le alterazioni di laboratorio indicative di insufficienza renale sono: Aumento dell'urea e creatinina sieriche Aumento della SDMA (che può insorgere anche con urea e creatinina normale) Urine poco concentrate (peso specifico urinario inferiore a 1.035) in associazione al rialzo della creatinina e/o SDMA. Inoltre le analisi di laboratorio possono mostrare anche alterazioni che insorgono come conseguenza dalla malattia renale stessa. Per gli esami ematici queste includono: Acidemia (riduzione del pH del sangue) Aumento del fosforo Diminuzione o aumento del calcio Diminuzione del potassio Anemia lieve-moderata non rigenerativa Per l’esame delle urine le alterazioni aggiuntive includono: Presenza o meno cellule infiammatorie o batteri Presenza di cilindri Accumulo di proteine (proteinuria) Perchè è importante l’esame ecografico in corso di malattia renale cronica? L'esame ecografico può rilevare alterazioni nella architettura di uno o entrambi i reni anche in assenza di alterazioni degli esami ematologici.I reni in corso di malattia renale cronica tendono a perdere la normale architettura. Uno dei primi segni di malattia renale cronica è la perdita della netta distinzione tra la corticale (regione più esterna) e la midollare (regione più interna) del rene solitamente facilmente distinguibili per via ecografica. (Fig. 1) In aggiunta le dimensioni dei reni possono ridursi e possono comparire alterazioni nella loro forma o mineralizzazioni del parenchima ed inoltre potrebbero essere visibile i segni della causa della malattia renale come la pielonefrite (con dilatazione dei bacinetti renali e reattività del grasso e presenza di liquido libero circostante i reni), la presenza di calcoli nei bacinetti renali, negli ureteri o in vescica o la presenza di cisti multiple (rene policistico) o neoformazioni indicative di tumori. Quanti stadi esistono di malattia renale cronica del gatto? Fondamentalmente esistono 4 stadi di gravità (in ordine crescente dall’1 al 4) così definiti dalla Società Internazionale di Interesse Renale (IRIS). Lo stadio viene determinato in base ai valori della creatinina sierica e della SDMA. Per ogni stadio esistono dei sottostadi determinati dalla presenza o meno di marker prognostici come l’aumento del fosforo ematico, l’accumulo di proteine nelle urine e l’ipertensione arteriosa. Ad ogni stadio corrisponde la probabilità o meno di presentare dei sintomi clinici e sviluppare complicazioni sistemiche oltre che una prognosi più o meno favorevole nel lungo termine. Quali sono le complicazioni della malattia renale cronica? La malattia renale cronica nel tempo può portare all’insorgenza di una serie di complicazioni anche al di fuori dell’apparato urinario che possono impattare negativamente la qualità di vita e la prognosi del gatto. Le complicazioni meglio descritte della malattia renale cronica nel gatto sono: l'anemia cronica non rigenerativa secondaria alla ridotta produzione dell’ormone “eritropoietina” dal rene malato (ormone responsabile della produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo). L’anemia se molto grave può peggiorare la qualità di vita del gatto o comprometterne la sua sopravvivenza;l’alterazione dei meccanismi di escrezione e riassorbimento di sostanze tamponanti da parte del rene può portare alla eccessiva acidificazione del sangue (acidosi metabolica); un’altra conseguenza della malattia renale molto frequente è la comparsa di ipertensione arteriosa, che se grave e non trattata può provocare danni vascolari ai piccoli capillari di organi target come cervello, cuore e occhio. Fig.1 - Ecografia di un gatto con malattia renale cronica avanzata. Si noti la perdita della normale distinzione cortico-midollare (parentesi), l’aspetto irregolare del profilo renale e il lieve versamento perirenale (freccia).Qual è la prognosi della malattia renale cronica del gatto e perchè è importate la medicina preventiva ? La prognosi di un gatto con malattia renale cronica dipende fondamentalmente dallo stadio della malattia (peggiora all’aumentare dello stadio di gravità) e dalla comparsa di complicazioni secondarie alcune potenzialmente fatali se non riconosciute e gestite. Fondamentali saranno ai fini prognostici la tempestiva identificazione della malattia renale e delle sue complicazioni e la loro gestione terapeutica. In generale, la malattia renale cronica rappresenta la causa di morte in circa il 13% dei gatti di età superiore ai 15 anni ma se tenuta sotto controllo consente una buona qualità di vita anche nel lungo termine. Per questo motivo è importante chiedere al proprio veterinario di fiducia di eseguire check up preventivi periodici in modo da poter escludere o diagnosticare precocemente la malattia renale cronica del proprio gatto.“Med. Vet., Diplomato ACVIM, Diplomato ECVIM-CA, MRCVS, EBVS® - Specialist in Small Animal Internal Medicine”Dr. Fabio ProcoliAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

