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Epatite cronica da accumulo di rame nel cane, un difetto congenito

Epatite cronica da accumulo di rame nel cane, un difetto congenito

Le patologie del fegato rappresentano un’importante categoria di malattie nel cane e tra queste l’epatite cronica ha un ruolo prioritario. Si tratta di una malattia che può avere diverse cause ed è difficile da diagnosticare in quanto i cani tendono a non mostrare nessun sintomo nelle fasi iniziali, mostrando segni di malessere solo quando la malattia è già in fase avanzata. Una delle forme di epatite cronica più rilevanti è l'epatite cronica da accumulo di rame (abbreviata come CuCH dall’inglese Copper-associated Chronic Hepatitis). La CuCH è una forma di epatite cronica causata da accumulo anomalo di rame nel fegato, principale organo deputato al metabolismo di questo oligoelemento. L’accumulo di rame può essere causato da alterazioni nelle capacità del fegato di gestire i depositi di rame e di eliminarlo nella bile, da un eccessivo apporto di rame nella dieta o da entrambi questi meccanismi. Quando la quantità di rame presente nel fegato supera la capacità di trasporto epatico si verificano danni cellulari e infiammazione epatica; se non trattata la malattia evolve nel tempo fino alla comparsa di fibrosi epatica e poi cirrosi epatica, stadio terminale caratterizzato da insufficienza epatica e da ridotta o assente risposta alle terapie.   Questa condizione può colpire cani di qualsiasi età, anche se è più comune nei giovani adulti (età mediana 6-7 anni), e di qualsiasi razza, inclusi i meticci. Alcune razze mostrano tuttavia una predisposizione per questa patologia, tra cui Bedlington Terrier, Labrador Retriever, Dobermann, Dalmata e West Highland White Terrier. Si ipotizza che questa predisposizione sia causata da mutazioni genetiche responsabili di alterazioni nel metabolismo epatico del rame (es: maggior difficoltà ad eliminare il rame dal fegato). Per alcune delle razze citate questa ipotesi è confermata e le mutazioni genetiche coinvolte nella malattia sono note: è il caso del Bedlington Terrier, ma anche nel Labrador Retriever e nel Dobermann sono state individuate mutazioni parzialmente correlabili allo sviluppo della CuCH. Un altro fattore coinvolto nell’insorgenza della malattia può essere l’eccessivo contenuto di rame nella dieta, in particolare in pazienti in cui il normale metabolismo del rame è alterato a causa di predisposizioni genetiche. L’attenzione verso questo aspetto è molto aumentata negli ultimi anni e la comunità veterinaria internazionale sempre più chiede un attento controllo da parte dei produttori sul contenuto di rame negli alimenti commerciali.   I sintomi della malattia possono essere estremamente variabili. Nella fase iniziale solitamente non sono presenti sintomi e il cane può apparire in perfetta salute, mentre con il progredire del danno a carico del fegato iniziano a comparire sintomi aspecifici, come vomito, riduzione dell’appetito, letargia, perdita di peso, e poi sintomi tipici delle patologie epatiche come la colorazione gialla delle mucose e della cute (ittero), sintomi neurologici (encefalopatia epatica), aumento di sete e urinazione, accumulo di fluido in addome (ascite). Lo screening per la CuCH si basa principalmente sull’esecuzione di esami del sangue, in particolare per valutare gli enzimi epatici (es: transaminasi). Il monitoraggio di questi parametri è particolarmente importante nei cani di razze predisposte, in cui anche alterazioni minime possono essere un campanello di allarme precoce. Altri esami, come per esempio test specifici di funzionalità epatica o l’ecografia addominale, possono essere utili nel processo diagnostico ma, in particolare nelle fasi iniziali, hanno una bassa sensibilità per individuare la malattia. Ad oggi non esistono esami non-invasivi per confermare la diagnosi di epatite cronica, né per definire con esattezza se la causa sia l’accumulo di rame.  Per questi motivi, in caso di alterazioni laboratoristiche (es: aumento persistente delle transaminasi non giustificato da altre cause) o presenza di sintomi compatibili, è fondamentale confermare la diagnosi tramite esecuzione di biopsia epatica con esame istologico e quantificazione del contenuto di rame.   L’utilità di questo esame è massima nella fase iniziale della malattia, in cui il cane non mostra sintomi, per eseguire una diagnosi precoce e prevenire la progressione della malattia.   La biopsia e gli esami correlati sono fondamentali sia per confermare l’epatite cronica che per confermare che l’accumulo di rame è la causa di essa, permettendo di impostare una terapia specifica. La gestione terapeutica si basa principalmente sull’utilizzo di una specifica dieta a ridotto contenuto di rame associata a farmaci che mobilizzano il rame depositato nel fegato favorendone l’eliminazione (farmaci chelanti del rame). Oltre a questi farmaci, si prescrive solitamente terapia di supporto con farmaci ed integratori ad attività epatoprotettrice, cioè in grado di ridurre in parte i danni arrecati dalla malattia alle cellule del fegato. In alcuni casi, sulla base degli esiti dell’esame istologico, il vostro veterinario potrebbe decidere di associare l’utilizzo di farmaci ad attività immunomodulatrice (es: ciclosporina o steroidi). Nei pazienti affetti da CuCH, la durata della terapia può essere di mesi o anni e la dieta è solitamente prescritta a vita.    Se diagnosticato precocemente e adeguatamente trattato, un cane con CuCH può avere una lunga aspettativa e una buona qualità di vita. Al contrario, una diagnosi tardiva si associa spesso ad una prognosi sfavorevole. “DVM, PhD, Dipl. ECVIM-CA (Internal Medicine); Dept. of Veterinary Sciences University of Parma”Dr. Andrea CorsiniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il tuo amico cane si gratta? Avrà prurito? Tra mito e realtà

Il tuo amico cane si gratta? Avrà prurito? Tra mito e realtà

Principalmente il cane si gratta, si mordicchia o si lecca insistentemente, se ha prurito.   Sfatiamo il mito “se il cane si gratta è normale”, in realtà probabilmente ha prurito e può causarsi diradamento del mantello con pelo "accorciato", fino alla mancanza di pelo con escoriazioni. E' necessario individuare la causa, tramite una visita dermatologica applicando un adeguato iter diagnostico e conseguente protocollo terapeutico. Il prurito può essere causato da ectoparassiti come gli acari della rogna sarcoptica o la Cheyletiella, oppure il parassita può indurre ipersensibilità (allergia) tramite l'inoculo di saliva quando "punge" (pulci).   Sfatiamo il mito "se non vedo le pulci non sono la causa del prurito", in realtà se il cane ne è allergico, con una sola "puntura", può grattarsi fino a 2 settimane dopo, inoltre mordicchiandosi mangia le pulci e quindi noi non le vediamo (possiamo eventualmente solo trovare le feci delle pulci stesse).  Causano prurito anche l'allergia ad allergeni alimentari (allergia al cibo) o ad allergeni ambientali (muffe, pollini, acari della polvere e degli alimenti).   Sfatiamo il mito "se il cane si gratta cambio l'alimento e se migliora è allergico al cibo", in realtà se la qualità dell'alimento migliora potrebbe grattarsi meno, ma non è diagnostico di allergia al cibo. Per la diagnosi definitiva il cane deve smettere completamente di grattarsi quando si elimina l'alimento "incriminato" (dieta privativa) e ricominciare a grattarsi reintroducendolo (prova della scatenamento). Escludendo le cause precedenti rimane l'allergia ad allergeni ambientali (dermatite atopica), più frequentemente pollini, acari della polvere o degli alimenti. Sfatiamo il mito "raggiunta la diagnosi risolto il problema", in realtà è possibile controllare la sintomatologia utilizzando la migliore associazione di terapie per quell'individuo per ottenere la migliorare qualità della vita, utilizzando il minor numero di farmaci, con minori effetti collaterali. Inoltre sarà necessario sempre trattare anche le infezioni secondarie (batteriche o da Malassezia) che possono aumentare il prurito nelle allergie. Quindi quando un cane si gratta sfatiamo il mito del “consiglio dell’amico” ed andiamo subito dal Medico Veterinario che dopo la visita eseguirà “l’algoritmo diagnostico e terapeutico” necessario per curare il nostro amico cane. “DVM, Diploma Master Universitario II livello in Dermatologia Veterinaria, ECVP - Resident European College of Veterinary Pathologists (Istologia generale e Dermatopatologia).”Dr. Luca PazziniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Scopri MyLavforPets: la rivoluzione nella gestione della salute del tuo animale

Scopri MyLavforPets: la rivoluzione nella gestione della salute del tuo animale

Cari Pet’s Lovers, in un mondo sempre più digitale, anche la gestione della salute dei nostri amici a quattro zampe può beneficiare delle innovazioni tecnologiche. Immaginate di avere sempre a portata di mano tutte le informazioni sanitarie del vostro animale, di poter trovare facilmente il veterinario più adatto alle vostre esigenze e di mantenere un contatto costante con lui. Tutto questo è ora possibile grazie a MyLavForPets, l'app gratuita pensata per semplificare la vita di chi ha un animale domestico. Un medico veterinario sempre a portata di mano Con MyLavForPets, non dovrete più preoccuparvi di cercare freneticamente un veterinario in caso di emergenza. L'app vi permette di trovare un medico veterinario disponibile in base alla vostra localizzazione e alle caratteristiche dell'offerta professionale del medico. Che siate in vacanza o semplicemente fuori città per lavoro, troverete sempre un veterinario pronto ad assistervi. Un contatto diretto e continuo con il vostro veterinario di fiducia Una delle funzionalità più apprezzate di MyLavForPets è la possibilità di mantenere un contatto diretto con il vostro medico veterinario. Potrete chiedere consulenze sullo stato di salute del vostro animale, ricevere consigli e informazioni utili, e continuare a comunicare anche quando seguite una terapia a casa. Questo livello di comunicazione continua garantisce che il vostro animale riceva sempre le cure migliori, anche a distanza. Rimani informato sul mondo dei pet: scarica gli articoli del nostro blog direttamente sull’app Grazie alla nostra app potrai ricevere tutti gli articoli ed i documenti che verranno pubblicati sul nostro blog Il Fatto Veterinario. Mantieniti sempre informato, non perdere neanche un post sul mondo degli animali domestici e tutti gli articoli verificati dai nostri esperti, garantendoti sempre la migliore comunicazione scientifica più affidabile. La Cartella Sanitaria sempre con voi MyLavForPets vi consente di creare la Cartella Sanitaria del vostro amico animale, tenendo traccia di tutta la sua storia sanitaria. Avrete sempre a disposizione le terapie seguite, gli accertamenti diagnostici eseguiti e tutti i dettagli rilevanti. Questa funzionalità è particolarmente utile se dovete consultare più veterinari, poiché la Cartella Sanitaria può essere facilmente condivisa, garantendo una continuità nelle cure senza dover ripetere esami o fornire informazioni incomplete. Risultati di laboratorio direttamente sul vostro smartphone Un'altra caratteristica innovativa di MyLavForPets è la possibilità di ricevere gli esiti degli esami di laboratorio MyLav direttamente sull'app. Non dovrete più attendere telefonate o email: tutte le informazioni saranno immediatamente disponibili sul vostro smartphone, permettendovi di agire rapidamente in caso di necessità. Un'App in continua evoluzione MyLavForPets non è solo un'app, ma un progetto in continua evoluzione. L'obiettivo è diventare il punto di collegamento universale fra i proprietari di animali e tutto il mondo che ruota intorno ai nostri amici domestici. Nuove funzionalità e miglioramenti sono costantemente in fase di sviluppo per garantire che l'app rimanga all'avanguardia e continui a soddisfare le esigenze dei suoi utenti. In conclusione, MyLavForPets rappresenta una vera e propria rivoluzione nella gestione della salute dei nostri animali. Scaricatela oggi stesso e scoprite come può rendere la vostra vita e quella dei vostri amici pelosi più semplice e sicura. 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TEST GENETICI NEL CANE: COSA SONO ED A COSA SERVONO

TEST GENETICI NEL CANE: COSA SONO ED A COSA SERVONO

TEST GENETICI NEL CANE: COSA SONO ED A COSA SERVONO I test genetici sono strumenti utilizzati al fine di “leggere” particolari sequenze di DNA chiamate geni, per valutare la presenza di modifiche del codice genetico, chiamate mutazioni, che possono in certi casi provocare la manifestazione di malattie genetiche anche invalidanti. Queste mutazioni sono ereditate dai genitori ma non necessariamente la loro presenza indica che un soggetto possa sviluppare una malattia ed a questo proposito intervengono i test genetici, che hanno un duplice effetto ovvero valutare la presenza di mutazioni rischiose, per provare ad avere il miglior approccio terapeutico possibile al fine di alleviare i sintomi della malattia ma anche indirizzare i proprietari a scegliere con consapevolezza eventuali accoppiamenti per evitare che la futura prole possa sviluppare patologie genetiche.COME AGISCONO LE MUTAZIONI DELETERIE Come scritto poc'anzi, le mutazioni sono modifiche del codice genetico che in certi casi possono provocare l’insorgenza di malattie, anche gravi ed invalidanti.  Dovete pensare ad un organismo vivente come ad una fabbrica. Questa sarà a sua volta suddivida in reparti (produzione, amministrazione, etc..) ed in ciascuno di essi lavoreranno degli operai, gestiti da dei capi reparto. Tutti insieme mantengono in opera la fabbrica. In queste fabbriche (gli esseri viventi), ogni reparto è un distretto corporeo (i vari organi ed apparati) con gli operai (le cellule) che a loro volta sono gestiti dai capi reparto (i geni). Se i capi reparto (i geni) sbagliano a dare dei comandi, gli operai (le cellule) non saranno in grado di gestire i reparti (i vari organi), creando grossi problemi alla fabbrica, che nel caso degli esseri viventi si traduce con la manifestazione della malattia genetica.COSA SONO I TEST GENETICI PER IL CANE? In generale, un test genetico consiste nel “leggere” la sequenza di DNA che costituisce il codice genetico, per osservare se sono presenti delle modifiche, le mutazioni già discusse. Queste variazioni rendono i geni meno efficaci nel gestire il loro compito ed innescano tutta una serie di sintomi che portano alla manifestazione della patologia genetica. Negli anni le Scienze Veterinarie hanno fatto notevoli passi avanti in tutti i settori, tra cui la genetica.Numerose malattie sono state individuate e correlate a specifiche mutazioni genetiche. Alcune di queste possono essere specifiche per una determinata razza, come ad esempio quella del cistoadenocarcinoma renale nel pastore tedesco, oppure identificate in più razze, come alcune malattie neurodegenerative (un esempio è l’atassia cerebellare).È probabile che nel tempo patologie genetiche associate ad una o poche razze, saranno identificate in un numero sempre maggiore di esse, rendendo questi test sempre più utili nell’eliminare le mutazioni deleterie dalla popolazione canina.QUALI PROBLEMATICHE E PATOLOGIE INDIVIDUANO? Le malattie indotte dalle mutazioni genetiche possono interessare diversi distretti corporei e possono riguardare ad esempio difetti nella coagulazione, come l’emofilia A nel pastore tedesco e la malattia von Willebrand, le malattie metaboliche ed endocrine come la mucopolisaccaridosi e la deficienza di fosfofruttochinasi, ma anche le oculopatie di cui esistono numerosi esempi, tra cui la prcd-PRA, riscontrata in numerose razze canine. Molto importante è la valutazione dei sintomi da parte del Veterinario, così da scegliere il test più appropriato per impostare la terapia più appropriata in caso di presenza di mutazione.PERCHE’ E’ UTILE EFFETTUARE UN TEST GENETICO AL PROPRIO CANE? In certi casi un test genetico potrebbe risultare vitale, soprattutto in certe razze dove alcune mutazioni sono particolarmente frequenti.Per esempio, nel border collie (ma anche diverse altre razze) una terapia farmacologica o antiparassitaria con determinati farmaci potrebbe essere addirittura più dannosa dell’infezione/infestazione stessa. Questo perché è stato dimostrato che la mutazione nel gene MDR1 provoca l’accumulo di alcune categorie di farmaci nel sistema nervoso inducendo reazioni pericolose per la vita del paziente, tra cui reazioni epilettiche. In questo caso il test genetico diventa un utile strumento di prevenzione, ma come già evidenziato, anche l’opportunità di avere una diagnosi precoce in assenza o presenza dei primi sintomi, potrebbe migliorare l’aspettativa di vita del nostro cane.Quindi, uno screening per le più frequenti patologie genetiche per una determinata razza, fatta anche sui cuccioli potrebbe già far emergere eventuali futuri problemi in età adulta e quindi porsi nelle condizioni di agire immediatamente nel momento in cui dovessero manifestarsi i primi segni clinici.I TEST GENETICI POSSONO ESSERE FATTI SOLO AI CANI DI RAZZA? Gli studi per individuare ed associare le mutazioni genetiche alle patologie, sono stati effettuati soprattutto sui cani di razza, che sono sottoposti a criteri di selezione più rigidi al fine di mantenerne gli standard.Questa selezione ha provocato la riduzione della “diversità genetica” (quello che ci rende diversi gli uni dagli altri), rendendo più frequenti le mutazioni e quindi le malattie.Tuttavia, anche i meticci possono manifestare delle patologie genetiche, ma con una frequenza inferiore perché la loro popolazione è geneticamente più variegata e di conseguenza, la possibilità che mutazioni deleterie possano indurre malattie si riduce.Quindi, si, entro certi limiti (e non per tutte le malattie conosciute) anche in questi cani è possibile effettuare test genetici, ma il tutto deve essere sempre valutato dal Medico Veterinario sulla base delle condizioni di salute del cane e di quello che si conosce al momento su una determinata patologia.QUANDO RICHIEDERE AL MEDICO VETERINARIO UN TEST GENETICO PER IL PROPRIO CANE ? I test genetici sono sempre utili come screening pre-accoppiamento, scongiurando così che mutazioni deleterie possano passare ai cuccioli. Questo è un aspetto molto importante, che migliorerebbe di parecchio la salute dei nostri cani di generazione in generazione, riducendo notevolmente i rischi per la loro salute.    I test genetici possono risultare fondamentali anche quando si vuole in qualche modo “prevedere” se il proprio cane possa sviluppare o meno una malattia tra le più frequenti per quella la razza. Naturalmente, il risultato deve essere interpretato dal Medico Veterinario, che in base allo stato di salute del proprio paziente interverrà nel modo più consono, garantendogli il miglior benessere possibile. “DVM, PhD, Responsabile settori Biologia Molecolare e Genetica - Esperto MYLAV”Dr. Michele MarinoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Iperplasia Prostatica nel cane, cos’è e come posso controllarla?

Iperplasia Prostatica nel cane, cos’è e come posso controllarla?

La prostata è una ghiandola accessoria dell’apparato riproduttore e ha il compito principale di produrre il liquido seminale nel quale verranno immessi gli spermatozoi prodotti dai testicoli nel momento dell’eiaculazione. Sia nell’uomo che nel cane la prostata viene nutrita dalla forma attiva del testosterone, il diidrotestosterone, che ne supporta l’attività e ne favorisce la crescita. Col passare degli anni però l’azione del progesterone porta a un eccessivo accrescimento della ghiandola e si instaura l’alterazione chiamata “iperplasia prostatica”. La conseguenza dell’iperplasia e dell’aumento di volume della prostata nel cane, provoca importanti disagi agli organi circostanti, cioè la vescica, l’uretra, il retto e i nervi pelvici.   Quali sono i sintomi dell’ipertrofia prostatica nel cane rispetto all’uomo?   Nell’uomo i sintomi principali dell’iperplasia prostatica sono urinari perché la ghiandola, che avvolge il collo della vescica, cresce principalmente in senso concentrico e va quindi a comprimere la vescica e la parte iniziale dell’uretra. L’uomo avrà quindi necessità di urinare di frequente, fastidio all’urinazione, sensazione di svuotamento incompleto della vescica ecc. Nel cane, invece, la crescita della prostata ha direzione eccentrica (Fig. 1) e quindi i sintomi principali saranno intestinali.Fig. 1 - cane: crescita della prostata in direzione eccentrica. Il nostro cane potrà quindi iniziare a fare feci schiacciate, “nastriformi”, avere tenesmo fecale (cioè la sensazione di dover defecare anche se l’ampolla rettale è vuota), difficoltà nel defecare. Successivamente il cane potrà mostrare sintomi urinari, dolore alla deambulazione, inappetenza. Poiché spesso all’iperplasia è associata la presenza di cisti prostatiche, inizialmente di piccole dimensioni, è anche possibile che il primo sintomo evidenziabile sia il gocciolamento di sangue dal pene dopo l’urinazione. Fig. 2 - cisti prostatiche in un cane evidenziate tramite esame ecografico. Come si può fare una diagnosi precoce di iperplasia prostatica nel cane ? Per evitare di incorrere in tutti questi problemi è importante, cosi come per l’uomo, effettuare una corretta prevenzione. È noto che la prostata inizia a avere un volume oltre il normale quando il cane arriva circa al 40% della sua aspettativa di vita, quindi i controlli sono consigliati dai 5 anni in avanti. Il Medico Veterinario può controllare la salute prostatica con l’ecografia che permette di evidenziare: le dimensioni della prostata,  la possibile presenza di cisti, la sua corretta struttura, la sua omogenicità e il flusso sanguigno. Come nell’uomo anche nel cane il Medico Veterinario può controllare la prostata attraverso un esame del sangue: il dosaggio della CPSE. Il cane, a differenza dell’uomo, ha un rischio molto molto basso di carcinoma prostatico, mentre circa l’80% dei soggetti oltre i 5 anni soffre di iperplasia prostatica. Per questo motivo, a differenza della PSA, che nell’uomo è un marker tumorale, la CPSE canina è una proteina, prodotta dalla prostata, che indica che la ghiandola sta lavorando eccessivamente o in modo non corretto. Se la CPSE è superiore ad un certo valore (70 ng/ml) significa che la prostata è di volume aumentato e in questo caso il Medico Veterinario potrebbe effettuare un controllo ecografico per valutare la necessità di terapia. Il dosaggio della CPSE si esegue sul siero ematico e può quindi essere eseguito insieme ad altri test ematologici di routine come ad esempio nei controlli annuali di medicina preventiva (malattie endemiche, stato di salute generale, ecc.). In questo modo si riesce a fare un’ottima prevenzione anche per l’iperplasia prostatica del cane e ad impedire che il nostro amico incorra in problemi anche importanti causati da questa condizione. Il vostro Veterinario di fiducia saprà consigliarvi al meglio sia sul momento opportuno per effettuare questo esame sia su come procedere. “DVM, Diplomata ECAR, EBVS ® - European Veterinary Specialist in Animal Reproduction (Fisiologia e patologia della Riproduzione, Ginecologia e Andrologia del cane, del gatto e dei mammiferi non convenzionali, Neonatologia)”Dr.ssa Maria Carmela PisuAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Perché il mio pappagallo si strappa la piume?

Perché il mio pappagallo si strappa la piume?

Perché il mio pappagallo si strappa la piume?  L’autodeplumazione è un comportamento ossessivo-compulsivo attraverso il quale il pappagallo manifesta una condizione di malessere. Il piumaggio risulta sfilacciato, spezzato e consumato, alcune zone del corpo potranno essere interessate da irritazione, infezione ed emorragie. Nelle forme più gravi, se si sviluppano delle lesioni importanti dei follicoli, le piume potrebbero non ricrescere. Questo atteggiamento deve essere distinto sia dalla muta sia dal “preening”. La muta è una fase transitoria in cui le piume vecchie e consumate vengono perse e sostituite da nuove. E’ piuttosto semplice distinguere un pappagallo che sta cambiando fisiologicamente le sue piume da un altro interessato da autodeplumazione, infatti, in quest’ultimo caso le penne della testa sono risparmiate e appaiono perfette e intatte. Il “preening”, invece, è un processo routinario mediante il quale un uccello si pulisce e si prende cura del suo piumaggio. Un pappagallo che si gratta o mastica le piume presenti in un’area localizzata potrebbe esprimere dolore e disagio in quella zona del suo corpo, anche se non sempre la situazione appare chiara e inequivocabile. In generale, le cause possono essere distinte in mediche e non-mediche. Le cause mediche includono: • Allergie da contatto, inalazione e ingestione di cibo. Alcuni uccelli sono allergici ai semi di girasole, alle arance e alle noci, alcune volte si può sviluppare prurito a causa della presenza di muffe negli alimenti. • Acari e pidocchi che possono infestare gli uccelli causando fastidio e prurito. • Contatto con prodotti irritanti – Alcuni prodotti che utilizziamo frequentemente nelle nostre case possono essere causa di prurito negli uccelli, ad esempio il vapore prodotto dagli oli da cucina, l’utilizzo di spray a base di alcol e il fumo di sigaretta possono irritare la pelle dei nostri pappagalli. La bassa umidità ambientale creata dal riscaldamento dell’abitazione è particolarmente irritante per i pappagalli originari della foresta pluviale, come gli Ara, che in natura vivono in ambienti umidi. • Parassiti intestinali – Nelle calopsite (Nymphicus hollandicus) la presenza di parassiti intestinali potrebbe causare prurito su tutto il corpo con una localizzazione a livello delle ascelle e dei fianchi. In questi uccelli l’esame delle feci rivela la presenza di Giardia, un parassita flagellato. Il trattamento della Giardia permette spesso la guarigione della dermatite. L'esatto meccanismo non è noto, ma si pensa che la Giardia produca una tossina che causa prurito. • Malnutrizione – E’ comune nei pappagalli alimentati con diete a base di semi. • Infezioni batteriche o fungine della pelle e/o dei follicoli delle piume. L'infezione batterica causata da Staphylococcus può essere intensamente pruriginosa così come la presenza dei funghi Mucor sp. e Rhizopus sp.. • Neoplasie – Gli uccelli sviluppano tumori della pelle, alcune specie come i pappagallini ondulati (Melopsittacus ondulatus), i cacatua rosa (Eolophus roseicapilla) e i Cacatua galerita sono più predisposte rispetto ad altre. I pappagalli possono beccare la parte interessata ferendosi. La rimozione chirurgica ha successo in molti tumori negli uccelli. Fratture – La presenza di fratture che non sono state trattate e gestite correttamente potrebbero indurre il pappagallo a sviluppare autodeplumazione.  Una volta escluse tutte le cause mediche che causano autodeplumazione, vengono prese in considerazione le cause non mediche, tra cui: • Cambiamento ambientale – Gli uccelli hanno bisogno di routine. Cambiamenti improvvisi o costanti possono spesso portare a stress.  • Noia – Essendo animali molto intelligenti, i pappagalli si annoiano facilmente. Al fine di evitarlo, dobbiamo migliorare la loro qualità della vita considerando tutti i fattori che favoriscono il mantenimento di comportamenti che appartengono alla specie. È importante attuare delle procedure di arricchimento ambientale (nutrizionale, sensoriale, cognitivo, sociale e dell’habitat), prima che si manifestino comportamenti indesiderati. Ad esempio la frutta e la verdura, il legno non tossico, la TV o la radio possono fornire degli stimoli positivi ad uccelli annoiati.  •Paura – Possono sentirsi minacciati da un animale domestico, da una persona troppo invadente e da rumori improvvisi. • Sovraffollamento – L’introduzione di nuovi animali deve essere effettuata lentamente per capire se i nuovi compagni sono graditi al gruppo presente in casa o in voliera. Inoltre, è preferibile testare il nuovo arrivato per la malattia del becco e delle penne (PBFD), il polyomavirus, la Chlamydia psittaci e per gli anticorpi antigangliosidi per ganglioneurite aviare (AG).  • Taglio delle remiganti – Il taglio delle penne remiganti è una procedura che non deve essere effettuata, il taglio può causare fastidio continuo perché le punte tagliate sfregano contro il corpo del pappagallo che cercherà di procurarsi sollievo grattandosi e cercando di strappare i monconi delle penne. • Frustrazione sessuale – La solitudine durante la stagione riproduttiva può indurre il pappagallo a strapparsi le piume.  Un pappagallo che inizia a sviluppare comportamenti di autodeplumazione e autotraumatismo dovrebbe essere visitato in tempi brevi da un veterinario al fine di indagare le cause del problema.Il veterinario, dopo aver effettuato la visita clinica potrebbe proporre un iter diagnostico consigliando lo studio radiografico, il profilo ematobiochimico, l’esame microscopico, citologico e batteriologico delle piume, il profilo per malattie virali, le biopsie cutanee sia della zona anomala che di un’area sana.Al fine di ottenere una diagnosi accurata potrebbe essere necessario intraprendere un iter diagnostico completo. “DVM, GPCert medicina e chirurgia degli animali esotici, Responsabile settore Animali non Convenzionali Mylav La Vallonea”Dr. Gustavo PicciAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce:  Il carcinoma del tartufo del cane.

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce: Il carcinoma del tartufo del cane.

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce!   Il carcinoma squamoso del tartufo del cane è un tumore localmente molto invasivo che origina dalla mucosa della narice, dalla cute cheratinizzata del tartufo o dall’epitelio della parte anteriore del setto nasale. Fattori predisponenti al tumore sono la pigmentazione chiara e l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti del sole (raggi UV). I cani colpiti sono più spesso anziani (7-13 anni), di sesso maschile e soprattutto di razza Labrador e Golden retriever (fino al 76% dei casi); più raramente si osserva anche in soggetti di altre razze (ad esempio collie, Pastore australiano, pastore delle Shetland, etc).  Nelle fasi iniziali si può notare un’erosione superficiale/ulcera (che però non tende a guarire) o una tumefazione della regione del tartufo; negli stadi più avanzati la lesione diventa più evidente (Figura A) e il cane può perdere sangue (epistassi) e/o sternutire ripetutamente. Fig A - Lesione erosiva (ulcera) del tartufo di un cane. DIAGNOSI   Per la diagnosi è necessario prelevare un pezzo di tessuto da avviare ad esame istologico. L’esame citologico spesso non è diagnostico. Se l’istologico conferma la diagnosi, è necessaria una TC o una Risonanza Magnetica per stabilire l’entità dell’invasione tumorale e il limite caudale del tumore; tale dato può essere utilmente integrato con i rilievi endoscopici (rinoscopia). Le metastasi in prima presentazione sono molto rare e, se si verificano, sono a livello dei linfonodi regionali del collo. Su questi può essere fatto un esame mediante ago aspirato per analisi citologica e la loro rimozione dovrebbe limitarsi a quelli metastatici. Se non si è eseguito un esame TC completo, i polmoni possono essere controllati con esame radiografico del torace (negativo nella stragrande maggioranza dei casi; metastasi polmonari si possono raramente formare dopo fallimento del trattamento e sono comunque tardive). L’esame ecografico dell’addome è opzionale ma, trattandosi di animali in genere anziani, è comunque consigliabile per escludere malattie concomitanti.   TERAPIA   Se non si opta per alcun trattamento, il cane è in genere sottoposto ad eutanasia entro 2-5 mesi per l’impossibilità a gestire i segni clinici progressivamente più gravi. Il trattamento di scelta è chirurgico ovvero nosectomia completa (planectomia), eventualmente comprendendo anche la regione incisiva (Figura B). Fig B - Cane, esito chirurgia di carcinoma nasale. Un margine di escissione sicuro (da 1 a 2 cm od oltre di tessuto sano oltre al tumore) è l’unico modo per consentire al cane una lunga sopravvivenza (e forse guarire). Per la ricostruzione ci sono diverse tecniche. Complicanze possono verificarsi nel breve (cedimento delle suture) e nel medio-lungo termine (stenosi della neoapertura); molte di queste complicanze possono richiedere revisione chirurgica. Complicanze minori sono sternuti e perdita di secrezioni dal naso, soprattutto nel primo periodo ma potenzialmente anche nel lungo periodo (ma meno frequentemente).  La radioterapia non è un’opzione curativa valida in quanto questo tumore appare radioresistente e la progressione è frequente. Anche l’escissione chirurgica meno aggressiva seguita da radioterapia esita in recidiva in molti casi. L’irradiazione ritarda comunque la recidiva in caso di margini chirurgici incompleti (cioè con ancora cellule tumorali nel punto di resezione); nei casi inoperabili la radioterapia può comunque estendere la sopravvivenza rispetto ai cani non trattati. Riguardo l’elettrochemioterapia non vi sono dati in letteratura ma si presume che l’effetto possa essere solo palliativo e transitorio. Palliazione transitoria può anche ottenersi applicando laser CO2 e criochirurgia. La chemioterapia classica non è indicata. Per la palliazione si possono forse usare gli antinfiammatori (farmaci anti-COX2) e la terapia metronomica (antiangiogenica) ma non ci sono dati che consentano di esserne certi.   PROGNOSI   Lo stato dei margini di escissione (infiltrati o non infiltrati) è fondamentale; questo implica che precocità di diagnosi e trattamento con corretta dose chirurgica sono essenziali per il controllo delle recidive e quindi per la sopravvivenza (fino a 2010 giorni in uno studio, mediana 1542 giorni, con tasso metastatico complessivo [linfonodi e/o polmoni] dopo trattamento del 23%). L’attesa di oltre 8 settimane esporrebbe a una maggior probabilità di recidiva. Si ricorda che le recidive (e non le metastasi) rappresentano la causa dell’eutanasia dell’animale, indipendentemente dal trattamento adottato. La recidiva, se si verifica, si ha in genere entro 6 mesi dal trattamento.   CONSIDERAZIONI FINALI   Per allungare la vita e potenzialmente guarire il tuo cane che si è ammalato di carcinoma squamoso al tartufo è quindi indispensabile portarlo al più presto dal Medico Veterinario per poter far formulare la diagnosi il più precocemente possibile. Far eseguire tutti gli accertamenti e le indagini che ti prescriverà ed accettare il fatto che solo una chirurgia aggressiva è in grado di ottenere la rimozione di tutta la neoplasia ottenendo la condizione di “margini puliti” (cioè non infiltrati da cellule tumorali), per allungare la vita e forse guarire il tuo cane. La modificazione estetica conseguente alla chirurgia non causa in genere problemi funzionali al cane anche se ci potranno essere delle possibili complicanze per alcune delle quali potrebbe essere necessaria una revisione chirurgica mentre altre (occasionali epistassi e sternuti) sono invece in genere gestibili e tollerabili. “DVM, Prof. Ordinario Clinica Chirurgica Veterinaria, Diplomato ECVS, EBVS® - European Specialist in Small Animal Surgery - (Oncologia Clinica, Chirurgia Oncologica, Chirurgia dei Tessuti Molli)”Prof. Paolo BuraccoAutore“Med. Vet., Professore Associato Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Diplomata ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Oncology - Animali da compagnia - (Oncologia)”Prof.ssa Laura MarconatoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il diabete e la vista nel cane: la cataratta diabetica

Il diabete e la vista nel cane: la cataratta diabetica

Il mio cane diabetico è diventato improvvisamente cieco, cosa è successo? Probabilmente ha sviluppato una cataratta diabetica. Cosa è una cataratta?Si definisce cataratta qualsiasi opacità a carico della lente (o cristallino).  Molti cani diabetici a distanza di 6-8 mesi dalla diagnosi della malattia sviluppano una cataratta che ha la caratteristica di comparire molto rapidamente (a volte in pochi giorni), e di diventare matura e intumescente causando una cecità completa. La sua formazione è strettamente correlata allo stato ed al controllo della patologia diabetica ed al valore della glicemia (ovvero lo zucchero nel sangue).Cosa può fare il proprietario di un cane con cataratta diabetica ?Far sottoporre l’animale a chirurgia per rimuovere la cataratta e recuperare la visione.   Che tipo di chirurgia?Una procedura definita facoemulsificazione, che è la stessa utilizzata nell’uomo per eliminare e curare le cataratte (di solito senili).   In cosa consiste questa chirurgia?Nella rottura e aspirazione del contenuto del cristallino e sostituzione con una lente artificiale intraoculare (IOL).   Come viene eseguita la chirurgia nel cane?In anestesia generale ed in regime di day-hospital a volte senza necessità di ricovero.   Quale è la percentuale di successo?Se il cane viene correttamente preparato e la malattia diabetica è sufficientemente controllata la maggior parte (90%) dei soggetti operati recupera presto e bene la capacità visiva (fig. 1). Fig. 1 - Cane un ora dopo la chirurgia di cataratta diabetica La cataratta si può riformare?No, ma possono comparire nel tempo in alcuni pazienti (5-10%) delle complicanze oculari che riducono in parte o totalmente il risultato positivo ottenuto con la chirurgia.   Cosa deve fare il proprietario dopo la procedura chirurgica?Essere in grado di somministrare le terapie mediche previste (alcuni colliri da mettere dalle 2 alle 4 volte al giorno) per diverse settimane/mesi e portare il cane ai controlli programmati (all’inizio settimanali, poi mensili).   Possono essere operati tutti i cani diabetici?Solo quelli non affetti da altre patologie oculari importanti (ad es. distacco o malattie della retina, glaucoma), che risultano in buono stato di salute per affrontare l’anestesia generale e che sono facilmente trattabili dal proprietario e non aggressivi verso gli estranei. I cani affetti da diabete possono nel tempo sviluppare anche secchezza oculare; per tale ragione sono sempre consigliabili integrazioni con sostituti lacrimali in particolare nei soggetti già operati per la rimozione della cataratta.In copertina: cane con cataratta diabetica prima della chirurgia.Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'autore. “DVM, Dottore di Ricerca in Oftalmologia Veterinaria Specialista in Clinica e Malattie dei Piccoli Animali (Oftalmologia)”Dr. Domenico MultariAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Le otiti nel cane

Le otiti nel cane

L’otite esterna, ovvero l’infiammazione del padiglione auricolare e del condotto uditivo esterno, è una malattia molto frequente nel cane e può interessare fino al 20% degli animali portati a visita veterinaria. Meno frequenti sono l’otite media (ossia il coinvolgimento della bolla timpanica) e l’otite interna, con interessamento neurologico. L’otite esterna è causata da fattori primari e secondari, unitamente a fattori predisponenti e perpetuanti, come indicato nella tabella.La mancata identificazione delle cause primarie o il ritardo nella diagnosi possono portare a otiti esterne croniche e ricorrenti, oppure ad otiti medie e interne, molto frustranti sia per il proprietario che per l’animale. Le cause primarie più frequenti sono rappresentate da corpi estranei, ovvero ariste di graminacee durante la stagione primaverile ed estiva nei cani da lavoro e che trascorrono molto tempo all’aperto. Gli acari della rogna otodettica sono più frequenti nei cuccioli e negli animali che vivono in situazioni di sovraffollamento. Negli animali anziani, nel caso in cui sia coinvolto un solo orecchio, dovrà essere ricercata una eventuale neoplasia. Le malattie allergiche, sia ad allergeni ambientali che alimentari, e le malattie ormonali possono manifestarsi molto spesso solo con l’otite esterna. Le malattie allergiche in particolare possono presentarsi con otiti ricorrenti negli anni, sia correlate a stagionalità che periannuali. Più raramente, anche le malattie autoimmuni e immunomediate (come ad esempio il pemfigo foliaceo e l’adenite sebacea) possono avere manifestazioni auricolari. Una attenta raccolta dell’anamnesi da parte del Medico Veterinario è indispensabile per stabilire la causa primaria della malattia.  I fattori secondari consistono in sovracrescite o infezioni sostenute da microbi, che possono essere batteri (cocchi o bacilli) oppure lieviti, ad esempio Malassezia spp. Questi dovranno essere identificati dal Medico Veterinario e trattati con terapia topica o sistemica adeguata, allestita sulla base dei riscontri clinici e dell’esame citologico dell’essudato. Questa procedura è indispensabile per visualizzare al microscopio il tipo di infezione presente. Se necessario, parte del materiale prelevato verrà inviato in Laboratorio per ulteriori indagini come l’esame batteriologico e l’antibiogramma. Esistono inoltre fattori predisponenti che in assenza di una malattia sottostante possono promuovere lo sviluppo di una infiammazione. Questi sono per esempio le conformazioni anatomiche dei canali auricolari di Bulldog Inglesi e Sharpei, molto stretti; oppure i padiglioni auricolari penduli di Bassetthound e Cocker Spaniel. In tutti i cani l’eccessiva umidità determinata da contatti frequenti con acqua e bagni può favorire le sovracrescite microbiche. La pulizia dei condotti auricolari con prodotti non adeguati, come ad esempio alcool o acqua di rubinetto, è sempre da evitare. In caso di dubbi, occorre sempre chiedere consiglio al Medico Veterinario. Tab. 1 - cause di otiti nel cane SEGNI E SINTOMI I cani con otite esterna presentano prurito e dolore, che si manifestano con il grattamento dei padiglioni auricolari o con lo scuotimento della testa. I cani con otite media possono avere gli stessi sintomi descritti per l’otite esterna unitamente alla testa ruotata e altri segni neurologici come perdita dell’equilibrio e procidenza della terza palpebra.   DIAGNOSI Dopo una accurata raccolta della storia clinica per identificare le cause primarie, il Medico Veterinario effettuerà un esame otoscopico con cane sveglio o in sedazione per visualizzare al meglio i canali auricolari e le membrane timpaniche. Il Medico Veterinario potrà anche eseguire un prelievo del cerume per l’analisi al microscopio e, se ritenuto necessario, un tampone per identificare il germe responsabile dell’otite e gli antibiotici da poter utilizzare. Nei casi di otite cronica o in cui si sospetti una otite media, potranno essere effettuate anche endoscopia, radiografia, TAC o risonanza magnetica, a discrezione del Medico Veterinario.   TERAPIA La terapia dell’otite dipende dalla causa scatenante (fattore primario) e dal tipo di germi visualizzati al microscopio o isolati dal Laboratorio. I corpi estranei eventualmente presenti devono essere estratti; i parassiti devono essere trattati con prodotti specifici. Neoplasie o cisti dovranno essere rimosse chirurgicamente. Esistono in commercio numerosi prodotti a uso auricolare per la terapia topica che comprendono associazioni di antibiotici, antimicotici ed antiinfiammatori; in associazione, o alternativa, a seconda del caso clinico, il Medico Veterinario potrà prescrivere prodotti per via orale. Cause primarie di origine allergica o ormonale saranno da gestire con Medico Veterinario Dermatologo od Endocrinologo. Otiti croniche gravi con coinvolgimento sia dell’orecchio esterno che medio potranno essere risolte con trattamento chirurgico.   LAVAGGI AURICOLARI In presenza di notevole quantità di essudato ceruminoso o purulento, è indispensabile effettuare lavaggi dei condotti auricolari con animale sveglio o in sedazione. Lavaggi profondi possono essere effettuati in anestesia generale ed associati ad endoscopia. Fondamentale è la valutazione della integrità della membrana timpanica. In caso di rottura del timpano infatti la maggior parte dei prodotti utilizzati per i lavaggi auricolari e le terapie topiche può provocare gravi danni. Se il timpano non è integro può essere utilizzata solo la soluzione fisiologica sterile. Se il timpano è integro, si possono utilizzare con relativa sicurezza i prodotti di lavaggio auricolare per cani disponibili in commercio. Se l’essudato è purulento, possono essere usati princìpi attivi disinfettanti; i lavaggi dovranno essere ripetuti fino a quando il liquido che fuoriesce non sarà limpido. Se l’essudato è brunastro e denso, sono da preferire princìpi attivi ceruminolitici massaggiando dall’esterno i canali auricolari in modo da favorirne l’azione terapeutica. Il Medico Veterinario saprà consigliare il prodotto migliore a seconda dell’essudato presente.  Alcool, olii, altre soluzioni “fai-da-te” sono assolutamente da evitare poiché dannosi sia sull’epitelio del canale auricolare che del timpano, ed essi stessi predisponenti a otiti. I lavaggi auricolari sono indispensabili anche prima della terapia topica poiché, rimuovendo detriti ed essudato purulento dalle pareti del canale auricolare, permettono un migliore contatto del farmaco con l’epitelio. Nel caso in cui un cane non sia collaborativo e risulti quindi complicata la gestione con lavaggi e terapie topiche, si possono eseguire lavaggi in anestesia ed utilizzare prodotti topici della durata di un mese; in alternativa, farmaci per via sistemica. In conclusione, numerose sono le cause dell’otite; queste vanno identificate e trattate il prima possibile per evitare la cronicizzazione della malattia e il rischio che la sola terapia medica possa non essere efficace. Il Medico Veterinario è l’unica figura professionale in termini di competenze scientifiche e cliniche che possa indirizzare i proprietari verso la gestione di tutti i fattori che contribuiscono all’insorgenza dell’otite.La foto di copertina è stata gentilmente concessa dall'Autrice “DVM,  Dipl. European College of Veterinary Dermatology (ECVD); Esperto MyLav in Dermatologia e AllergologiaDr.ssa Roberta SartoriAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Emorragia addominale (Emoperitoneo) per rottura di milza nel cane

Emorragia addominale (Emoperitoneo) per rottura di milza nel cane

Che cosa è l’emoperitoneo per rottura della milza nel cane ?   Per emoperitoneo si intende l’accumulo anomalo di sangue nella cavità peritoneale che può essere determinato da diversi fattori, traumatici e non. Tra le cause non traumatiche, la causa più comune è la neoplasia.    Quali sono le cause ed i fattori predisponenti di emoperitoneo da rottura della milza nel cane ?   Normalmente risultano colpiti cani adulto-anziani. L' età media dei cani al momento della diagnosi è compresa tra 9 e 11 anni e, al momento, non è stata rilevata alcuna predilezione di sesso. Pastori Tedeschi, Labrador Retriever e Golden Retriever sono razze in cui sono state più frequentemente individuate alcune patologie spleniche (emangiosarcoma ed ematoma splenico) che causano emorragia addominale.   Quali sono i principali sintomi clinici dell'emoperitoneo nel cane ?   I sintomi clinici di emorragia addominale dipendono dalla gravità dell’emorragia e possono essere essere più o meno gravi causando nel cane da depressione ed abbattimento fino ad un grave shock. E’ anche possibile osservare diminuzione dell’appetito fino ad anoressia completa, addome di volume aumentato (appoggiando la mano sulla parete addominale ed eseguendo una lieve compressione si possono notare movimenti ondulatori della parete), dolore addominale, mucose pallide fino a bianche. In caso di qualunque di questi sintomi è indispensabile portare al più presto il proprio cane da un Veterinario.   Come si diagnostica un versamento addominale emorragico nel cane ?   Dopo la visita clinica, il veterinario potrà richiedere alcuni esami aggiuntivi come per esempio Radiografie addominali ed eventualmente toraciche, Ecografia addominale, esami Ematologici e se presente un versamento addominale potrà essere richiesto anche l’esame del liquido prelevato. Con questi esami il Medico Veterinario potrà confermare la diagnosi di emorragia addominale ed eventualmente diagnosticare la presenza di neoformazioni che interessano la milza o anche altri organi.   E’ possibile sapere se la neoformazione è benigna o maligna prima dell’intervento?   Purtroppo no. Diversi studi scientifici hanno cercato un metodo efficace per poter avere una diagnosi pre-operatoria attendibile (esami citologici, esami del versamento addominale, ecografia, Tomografia computerizzata), ma senza risultato. Tali esami diagnosticano molti falsi negativi, sottostimando la diagnosi di neoplasia. L' unico modo per avere la diagnosi di certezza è quella di far analizzare il pezzo anatomico rimosso chirurgicamente mediante esame istologico.   Intervento chirurgico   Per bloccare l’emorragia da rottura di milza nel cane, il Medico Veterinario potrà decidere di stabilizzare il paziente con terapia appropriata e procedere poi ad intervento chirurgico che ha lo scopo di bloccare l’emorragia, il che, molto spesso, prevedere l’asportazione di tutta la milza, soprattutto se è presente una massa. Durante la chirurgia, inoltre, il Veterinario potrà anche eseguire un controllo di tutti gli organi addominali ed effettuare delle biopsie diagnostiche se si riscontrano reperti anomali (esempio biopsie epatiche se si notano noduli sul fegato). Il cane può vivere senza milza, infatti le funzioni svolte dalla milza saranno sostituite da altri organi.   Prognosi dell’emorragia addominale da rottura di milza nel cane   La prognosi risulta correlata alla durata dell’emorragia, all’esito della chirurgia e dell’esame istologico. La prognosi potrà essere “favorevole” nel caso in cui la lesione splenica sia benigna o al contrario  “riservata” (con tempi ridotti di sopravvivenza) in caso di tumori maligni ed in assenza di chemioterapia post operatoria. Nel caso in cui si dovesse trattare di un tumore maligno, si consiglia sempre un consulto con un veterinario oncologo, per poter discutere al meglio delle possibilità mediche correlate alla diagnosi istologica ed allo stadio della malattia in corso.    Medicina preventiva   La prevenzione della rottura di milza non traumatica può essere determinante per la sopravvivenza del proprio amico cane. In base alla razza ed età del cane il Medico Veterinario consiglierà lo screening periodico più adatto al fine di individuare ed eventualmente studiare le neoformazioni della milza (Rx, Ecografia, TC, citologia, biopsia) e poter quindi agire tempestivamente.Articolo redatto in collaborazione con la Dr.ssa Elisa Olivieri Medico Veterinario “DVM,  Dipl. (ECVS) college europeo di chirurgia, GPcert in Endoscopia.,  GPCert in Cardiologia"Dr. Vincenzo MontinaroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

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